Le donne nella storia europea by Gisela Bock

Le donne nella storia europea by Gisela Bock

autore:Gisela Bock [Bock, Gisela]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: i Robinson / Letture
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2023-08-15T00:00:00+00:00


Uguali perché diverse: il discorso politico del suffragismo

Per quanto riguarda le differenze fra gli uomini e le donne, le sostenitrici del suffragio delle donne non intendono trascurarle né tenerle in poco conto. Al contrario: è su quelle differenze che basiamo in gran parte la nostra rivendicazione della rappresentanza.

Millicent Garrett Fawcett (ca. 1890)12

Il movimento per il suffragio delle donne non era solo un derivato postumo di altri movimenti di democratizzazione, ma era invece ancorato nel contesto del più ampio movimento femminista che si prefiggeva di raggiungere tanto l’uguaglianza dei diritti politici che l’autonomia delle donne. Gli sforzi compiuti dal movimento per democratizzare lo «Stato maschile» erano basati su concezioni autonome esprimenti la situazione e gli interessi del sesso femminile. Il movimento delle donne arricchì i classici argomenti della libertà, dell’uguaglianza e della cittadinanza individuale di una dimensione specificatamente femminile, nata dagli interessi comuni a tutte le donne a causa della comune discriminazione, dei loro doveri, domestici e non, e delle loro peculiarità culturali.

Nel corso di parecchie generazioni, il discorso politico del suffragismo prese forma dal confronto conflittuale fra le donne e gli uomini, fra i suffragisti e gli ‘anti’ dei due sessi, alimentato da scambi internazionali in parole e in immagini; soprattutto i volantini, i manifesti, le riviste e i libelli dei gruppi britannici e americani diedero vita a un mondo di immagini espressive, utopiche o satiriche. Si discusse di nuovo su cosa fossero o cosa dovessero essere le donne e i sessi e in forma ancora più aspra, trattandosi ora della dimensione politica e del rapporto con teorie politiche correnti. Queste ultime erano in sostanza tre: i diritti, i doveri e l’uguaglianza degli «esseri umani» come cittadini, nella tradizione dell’Illuminismo e della Rivoluzione Francese; la dottrina dello Stato maschile e dei diritti civili degli uomini; infine, la teoria della rappresentanza parlamentare, così come era stata sviluppata soprattutto in Gran Bretagna, con le sue connotazioni legate specificatamente alle classi. Sebbene l’esperienza storica avesse dimostrato che proprio la visione universalistica dei diritti dell’uomo e del cittadino non aveva offerto alle donne nessuna opportunità ed era stata comunque amaramente sconfitta, le femministe di tutte le correnti – radicali o moderate – continuavano ugualmente a farvi appello; ad esempio, è questo il caso del moderato Allgemeine Deutsche Frauenverein nella sua rivista «Neue Bahnen». L’idea dello «Stato maschile» veniva spesso confutata appellandosi all’impegno e all’esperienza sociale delle donne; in Germania divenne proverbiale la frase pronunciata da Henriette Goldschmidt nel 1873: «Non abbiamo bisogno solo di padri, ma anche di madri della città», che riecheggiava le parole di Anna Jameson (1859): «L’elemento materno deve essere reso disponibile quanto quello paterno, partendo dal principio che le istituzioni sociali si sviluppano tanto più armoniosamente e perfettamente quanto più viene a esse applicata la legge della famiglia, la communion of labour». Nel 1896 Helene Lange, per confutare l’«ideale dello Stato maschile affermatosi nel corso della storia», lo mise a confronto con la sua stessa realtà: «Alla fine del secolo – ben sviluppati dal punto di vista tecnico e intellettuale – i popoli si affrontano armati fino ai denti.



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