Le forche caudine 321 a.C. L'umiliazione di Roma nella Seconda guerra sannitica by Nic Fields

Le forche caudine 321 a.C. L'umiliazione di Roma nella Seconda guerra sannitica by Nic Fields

autore:Nic Fields [Fields, Nic]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Leg S.r.l.
pubblicato: 2023-09-04T23:00:00+00:00


A sinistra: parte anteriore della corazza di Ksour Essef. A destra: dettaglio in altorilievo della testa di una donna con elmo, forse la dea Athena/Minerva, sul terzo disco (Tunisi, Bardo National Museum, inv. 01-02-03-01), in bronzo dorato, III secolo a.C. Si tratta dell’esemplare di gran lunga migliore di una corazza bivalve a triplo disco che sia stato finora rinvenuto. È stata scoperta nel 1909 in una tomba punica a camera di Ksour Essef, in Tunisia. Malgrado la località, quest’armatura era di origne campana o apula (il mento prominente evoca influssi tarantini). Era stata depositata con la tipica alta cintura osca di bronzo. In base a un’ipotesi, si ritiene che essa fosse stata portata a Cartagine da un veterano di Annibale, magari un guerriero di lingua osca che aveva combattuto (ed era sopravvissuto) nella terza linea di Zama (Alexander Van Loon/Wikimedia Commons/CC-BY-SA-4.0).

Per quanto riguarda l’imboscata alle Forche Caudine, i sanniti non ebbero bisogno di ricorrere alla macelleria biblica. Avevano infatti parecchi vantaggi: si erano scelti il bersaglio (i romani), il tempo, il luogo e la natura dell’attacco. Una migliore vigilanza da parte dei romani avrebbe potuto vanificare alcuni di quei vantaggi, se non tutti, specie nei punti più critici del percorso, per esempio lungo i passaggi più angusti, dove avrebbero dovuto fare attenzione alle imboscate.



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