Le quattro casalinghe di Tokio by Kirino Natsuo

Le quattro casalinghe di Tokio by Kirino Natsuo

autore:Kirino Natsuo
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-545-0322-9
editore: Neri Pozza
pubblicato: 2002-12-31T16:00:00+00:00


5

Asciugandosi di quando in quando il sudore dalla fronte, Imai stava percorrendo una stradina che aveva tutta l'aria di essere stata un sentiero tra i campi.

Si trovava in un quartiere di vecchie casette che parevano essere state dimenticate dalla moderna urbanizzazione. Sui tetti scuri la lamiera ossidata era staccata qua e là, le zanzariere erano sbrindellate e le grondaie arrugginite; dovevano essere passati più di trent'anni dalla loro costruzione. Tutte, senza eccezione, erano baracche di legno ormai cadenti, e sarebbe bastato un fiammifero a trasformarle in un rogo furioso.

Kinugasa, il suo collega, si era trasferito temporaneamente dalla sede principale al distretto di Shinjuku e teneva sotto tiro quello che credeva essere l'assassino, il proprietario della sala da gioco e del night-club di Kabuki-cho dove, secondo gli accertamenti, si era recato Kenji Yamamoto il giorno della sua scomparsa. Ma Imai aveva deciso di separarsi da Kinugasa e di proseguire le indagini per conto proprio.

Non appena aveva saputo dei precedenti penali del proprietario della sala da gioco, Kinugasa si era subito convinto, ma così non era stato per Imai. Qualcosa nel comportamento di Yayoi lo disturbava, lei non lo persuadeva. Era una sorta di intuizione che difficilmente avrebbe potuto spiegare a parole. Aveva la sensazione che stesse tentando disperatamente di nascondere qualcosa che stava al centro di tutta la faccenda. Quel pensiero non gli dava pace.

Si fermò in mezzo alla stradina, prese l'agenda e si mise a rileggere gli appunti dall'inizio. Alcuni studenti con i capelli bagnati — evidentemente tornavano dalla piscina — gli passarono davanti guardandolo con curiosità.

Immaginiamo che Yayoi abbia ucciso il marito. Continuavano a litigare, dunque ci sarebbe stato un ottimo movente. Potrebbe capitare a tutti di uccidere in preda a un raptus. Ma Yayoi era una donna minuta, persino più piccola del normale. Le sarebbe stato difficile uccidere il marito senza procurarsi delle ferite, a meno che non stesse dormendo o non fosse ubriaco fradicio. Se Kenji era rimasto a Shinjuku fino alle dieci e poi, uscito dal locale, era tornato direttamente a casa, doveva essere arrivato non prima delle undici. E in un'ora gli effetti dell'alcol dovevano essersi almeno in parte attenuati. Inoltre, se ci fosse stata una lite così feroce da avere un esito mortale, i vicini avrebbero sicuramente sentito qualcosa e i bambini si sarebbero svegliati. Nessuno aveva visto Kenji Yamamoto né in treno, né alla stazione di Seibu-Shinjuku. Perché improvvisamente a Shinjuku si perdeva ogni sua traccia?

Ammesso che Yayoi fosse riuscita a uccidere il marito e poi fosse andata al lavoro come se niente fosse, chi allora si era occupato del cadavere? Il bagno degli Yamamoto era troppo piccolo, e d'altronde i sopralluoghi della scientifica avevano avuto esito negativo.

Era possibile che una collega avesse avuto compassione di lei e l'avesse aiutata a eliminare il cadavere. Anche una donna, in fondo, ne sarebbe stata capace. Contro ogni aspettativa, non era poi così raro, nei casi in cui l'omicida faceva a pezzi il cadavere, che proprio le donne fossero le colpevoli. Imai aveva studiato gli atti



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