Legittima vendetta by S.A. Cosby

Legittima vendetta by S.A. Cosby

autore:S.A. Cosby [Cosby, S.A.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-02-01T12:00:00+00:00


VENTISEI

Buddy Lee svoltò nel campo caravan e per poco non gli venne un infarto. Parcheggiata nel suo breve vialetto c’era una Lexus dorata. In piedi accanto alla Lexus c’era la sua ex moglie. Buddy Lee parcheggiò il furgone sul ciglio della stradina di ghiaia che serpeggiava fra le roulotte.

Che diavolo ci fa, qua? pensò. Cominciarono a tremargli le mani e a poco a poco anche le braccia. Stendere e flettere le dita lo aiutò, ma solo un pochino. Controllò lo specchietto retrovisore. Lei era sempre lì di fianco alla Lexus. I capelli mossi dalla brezza le circondavano la testa come un’aureola. Buddy Lee succhiò l’aria fra i denti e scese dal pick-up.

Christine gli andò incontro. Lui si appoggiò al portellone posteriore. Restarono così, come vecchi pistoleri. Di solito le loro armi erano le parole, e la loro mira era letale. La brezza si placò, e i capelli di Christine le ricaddero sulle spalle.

«Immagino ti stia chiedendo cosa ci faccio qui» disse lei. Buddy Lee fece scorrere la lingua nell’interno del labbro inferiore.

«La domanda me la sono fatta. Ero convinto di non rivederti più fino al Giorno del Giudizio» disse. Christine provò a sorridere, ma quel sorriso si fermò molto lontano dagli occhi.

«Pensavo che non credessi in Dio.»

«Infatti non ci credo. Ma vai a sapere. Magari tanto per non rischiare mi metto ad andare in chiesa» disse Buddy Lee. Christine tirò su col naso. I faretti a sensore del campo caravan si accesero e lui si accorse che aveva gli occhi lucidi. «Comunque sia, cosa c’è?» disse.

«Possiamo andare dentro?»

«Non so mica. Non è proprio lo stile da tenuta di campagna a cui sei abituata tu» disse Buddy Lee.

«È più grossa della nostra prima roulotte» disse Christine. Quel riferimento al loro passato insieme lo lasciò senza fiato. Dopo tutto quel tempo pensava che avesse cancellato i ricordi. Che si fosse convinta che i loro anni insieme erano stati un brutto sogno. Di sicuro sembravano un sogno a Buddy Lee. Visioni sfocate, monche, di una persona che a volte non credeva d’essere stato e di un tempo che non era sicuro fosse esistito.

«Okay, forza» disse Buddy Lee. Christine lo seguì all’interno. Lui si stava sedendo sul divanetto quando si rese conto di aver lasciato le birre sul pick-up. Christine si accomodò sulla poltrona.

«Vuoi una birra? Le ho lasciate nel furgone, ho preso un pacco da sei» disse Buddy Lee.

«No, grazie. Stavo pensando a quello che mi hai detto. Lo so che sembra che non mi importasse di Derek, ma non è vero. Certe sere stavo sveglia tutta la notte a pregare che cambiasse. A pregare Dio che mi rendesse una madre migliore. Se fossi stata una madre migliore, non sarebbe diventato com’era. Non sono stata capace. Non sono stata capace di fare tante di quelle cose» disse. Le lacrime le solcavano il viso.

«Ehi, ehi. Derek non poteva cambiare. Nessuno poteva cambiarlo. E non sei stata l’unica a sbagliare. Quando c’ero ci ho provato anch’io, ma adesso mi son convinto che non c’era bisogno di cambiarlo.



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