L'eredità sotto chiave by P. G. Wodehouse

autore:P. G. Wodehouse [Wodehouse, P. G.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

7

Fu con un'espressione pensierosa che Kay, dopo di essersi sistemata per la notte in un modesto albergo di Bloomsbury, suonò il campanello del numero 3 di Halsey Chambers la mattina dopo. I suoi pensieri erano rivolti a Henry Blake-Somerset, e più particolarmente a sua madre, reliquia del defunto Sir Hubert Blake-Somerset di Lower Barnatoland e residente «Ai Cedri», in Mafekin Road, a Cheltenham.

Il pranzo che le aveva dato l'occasione di conoscere la madre di Henry era stato un pasto disagevole. Soltanto molto raramente può esistere una perfetta fusione di animi fra la vedova di un governatore coloniale britannico, solita a frequentare le migliori famiglie di una città come Cheltenham, e una ragazza che non soltanto è americana - sempre una cosa che insospettisce - ma che vive a Parigi, fra tutte le città quella che ha la più dubbia riputazione; e che è probabilmente una specie di zingara con degli amici da prendere con le molle, i quali bevono ahsinthe e suonano la chitarra negli studi dei pittori. Per Lady Blake-Somerset, nessuna ragazza che vivesse a Parigi poteva forse avere la più piccola pretesa alla rispettabilità, e il fascino di Kay, che aveva un effetto così potente su Jerry Shoesmith, su di lei s'era spento senza lasciar traccia. Il suo atteggiamento, in breve, somigliava a quello della madre nell'antica canzone del music-hall, la quale, presentata alla fidanzata del figlio, l'aveva guardata con aria meditativa e aveva detto: “Povero John! Povero John!”. Non che Lady Blake-Somerset avesse realmente pronunciato le parole: “Povero Henry!”; ma nel suo comportamento durante il pranzo si sarebbero dette implicite, e Kay, ripensando a lei adesso, si rabbuiò.

Il suo cattivo umore svanì quando la porta si aperse e vide Jerry. Una volta ancora aveva sentito nello scorgerlo quel balzo improvviso del cuore. Le dava l'impressione di essere ritornata dai suoi, dove sarebbe stata compresa e apprezzata.

— Salve a lei — disse. — Bene, come va? Perchè quello sguardo vitreo? Non mi aspettava?

Jerry la stava fissando con occhi vitrei perchè, come sempre, c'era qualcosa in lei che gli faceva l'effetto di un colpo con un corpo contundente alla base del cranio. Egli si riprese con uno sforzo, ma non fu capace di parlare immediatamente.

— Vado via, se lo preferisce — disse Kay.

— Per l'amor del cielo non ne parli nemmeno — rispose Jerry con un brivido. — Benvenuta alla nostra villa in campagna. Che cosa ne pensa?

— Grazioso — disse Kay, entrando e guardandosi attorno. — Immaginavo che un appartamento tenuto da un paio di scapoli come lei e Biff dovesse essere un disastro, ma invece è ben sistemato. Dov'è il nostro Biff, a proposito?

— Ancora addormentato, immagino. La sua porta è chiusa.

— Quel pigro povero giovine...

— Ed è una fortuna per lei che dorma.

— Perchè questo, precettore?

— Perchè se la vedesse prima di avere avuto il tempo di ritrovare la calma, scaglierebbe contro di lei una fraterna maledizione, e delle maledizioni fraterne non si può sbrigarsi con uno starnuto. Era molto agitato quando gli parlai della faccenda del quadro.

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