L'Erotismo by Georges Bataille

L'Erotismo by Georges Bataille

autore:Georges Bataille [Bataille, Georges]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Il lavoro si collega in noi alla coscienza e all'oggettività delle cose, riduce l'esuberanza sessuale. Solo la malavita resta esuberante.

Torniamo ora al fatto che in primo luogo l'animalità è precisamente ciò che di regola è riducibile alla cosa. Non vorrei insistere troppo su questo punto: tenterò di chiarire il problema posto, proseguendo la mia analisi con l'ausilio dei dati forniti dai Rapporti Kinsey.

Tali dati, pur così abbondanti, sono lungi dall'essere elaborati: ci troviamo di fronte a una voluminosa raccolta di fatti, eseguita in modo degno di nota, i cui metodi, che ricordano quelli dell'Istituto Gallup, sono stati oggetto di un'ammirevole messa a punto (più difficile ammirare i concetti teorici dai quali derivano).

La sessualità è, per gli autori dei Rapporti «una funzione biologica normale, accettabile, quale che sia la forma in cui si manifesta». A tale attività naturale si oppongono però certe restrizioni religiose52 . La più interessante serie di dati numerici del primo rapporto indica la frequenza settimanale dell'orgasmo. Tale frequenza, variante a seconda dell'età e delle categorie, è, nel complesso, assai inferiore a 7, numero a partire dal quale si parla di alta frequenza (high rate). Ma la frequenza normale dell'antropoide è una volta al giorno; la frequenza normale dell'uomo, assicurano gli autori, potrebbe non essere inferiore a quella dei primati, se non vi si fossero opposte le restrizioni religiose. Gli autori si basano sui risultati della loro inchiesta; essi hanno ripartito le risposte dei fedeli di diversa osservanza, contrapponendo i praticanti ai non praticanti. Il 7,4% dei protestanti devoti contro l'11,7% degli indifferenti raggiungono o superano la frequenza settimanale 7; allo stesso modo, l'8,1% dei cattolici devoti si contrappone al 20,5% degli indifferenti. Queste cifre sono degne di nota: la pratica religiosa evidentemente frena l'attività sessuale. Ma noi ci troviamo di fronte a osservatori imparziali e instancabili. Essi non si accontentano di fissare i dati favorevoli al loro principio; essi moltiplicano in ogni senso le indagini. La statistica delle frequenze è fornita anche in base alle categorie sociali: manovali, operai, impiegati, professionisti. Nel complesso, la popolazione attiva fornisce una percentuale pari a circa il 10% di alta frequenza. Solo la malavita (underworld) tocca punte del 49,4%. Questi dati numerici sono i più interessanti. Il fattore ch'essi designano è meno incerto della pietà (rammentiamoci dei culti di Kalì o di Dioniso, il tantrismo e tante altre forme erotiche della religione): è il lavoro, la cui sostanza e funzione non hanno nulla d'ambiguo. È per mezzo del lavoro che l'uomo ordina il mondo delle cose, e che si riduce, nell'ambito di questo mondo, a una cosa tra le altre cose; è il lavoro che fa del lavoratore un mezzo. Solo il lavoro umano, essenziale all'uomo, si contrappone inequivocabilmente all'animalità. I suddetti rapporti numerici separano un mondo del lavoro e del lavoratore, riducibili a cose, escludendo l'intera sessualità, intima e irriducibile.

Questa contrapposizione, fondata sulle cifre, è paradossale. Essa implica inattesi rapporti tra valori diversi, rapporti che vanno ad aggiungersi a quelli da me testé posti in risalto, i quali accusano paradossalmente l'irriducibilità dell'esuberanza animale alla cosa.



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