L'errore di Cartesio by Antonio R. Damasio

L'errore di Cartesio by Antonio R. Damasio

autore:Antonio R. Damasio
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 2013-09-18T22:00:00+00:00


* Le definizioni di “emozione” e di “sentimento” qui esposte non sono ortodosse. Altri autori spesso impiegano indifferentemente i due termini, oppure il termine “sentimento” non viene impiegato affatto e il termine “emozione” viene suddiviso in componenti espressivi e componenti di cui si ha esperienza. Suggerire nomi distinti potrebbe contribuire a un’ulteriore analisi di questi fenomeni.

Ingannare il cervello.

Quali prove confortano l’affermazione secondo cui gli stati corporei causano i sentimenti? Alcune indicazioni ci vengono dagli studi di neuropsicologia che correlano la perdita di sentimento con lesioni delle regioni cerebrali necessarie per rappresentare gli stati corporei (si veda il capitolo 5); ma depongono in questo senso anche alcuni studi compiuti su soggetti normali, e in particolare le ricerche di Paul Ekman (14). Quando egli istruì alcuni soggetti sperimentali normali a muovere i muscoli facciali in un certo modo, così “componendo” sui loro volti un’espressione emotiva specifica senza che i soggetti conoscessero il suo intento, il risultato fu che i soggetti provarono un sentimento appropriato all’espressione. Per esempio, un’espressione felice del volto - pur rozzamente e approssimativamente formata - portò i soggetti a provare “felicità”, un’espressione irata a provare “ira”, e così via. Ciò non può non colpire, specie se si considera che quei soggetti potevano percepire pose del volto solo frammentarie, abbozzate, e che i loro corpi non esibivano, all’inizio, il profilo viscerale che accompagna una certa emozione, dal momento che essi non percepivano Né apprezzavano una situazione reale capace di suscitare un’emozione.

L’esperimento di Ekman suggerisce che o un frammento del quadro corporeo caratteristico di un certo stato emotivo È sufficiente a produrre un sentimento del medesimo segnale, o che quel frammento in seguito innesca il resto dello stato corporeo, e ciò conduce al sentimento. E’ curioso notare che non tutte le parti del cervello sono per così dire ingannate da un insieme di movimenti che non È prodotto attraverso le vie solite. Registrazioni elettrofisiologiche mostrano ora che un sorriso simulato genera onde cerebrali con andamento diverso rispetto a quello delle onde generate da un sorriso autentico (15). A prima vista può sembrare che le scoperte dell’elettrofisiologia contraddicano i risultati dell’esperimento citato prima, ma non È così: anche se riferivano il sentimento appropriato al frammento di espressione del volto, quei soggetti erano ben consapevoli di non essere felici - o adirati - per un qualsiasi motivo reale. Non possiamo ingannare noi stessi più di quanto riusciamo a ingannare gli altri, quando sorridiamo garbatamente, e a questo sembra riferirsi così puntualmente la registrazione elettrica. Può darsi che sia questa l’ottima ragione per la quale i grandi attori, i grandi cantanti d’opera e anche altri soggetti riescono a reggere alla simulazione delle emozioni esaltate che devono imporsi, senza perdere il controllo.

Ho chiesto una volta a Regina Resnik, che oggi È la più memorabile interprete lirica di Carmen e di Clitennestra, nonch, una veterana di migliaia di serate di ira e follia musicali, quanto le riuscisse difficile mantenersi distaccata dalle travolgenti emozioni dei suoi personaggi. Per nulla difficile, mi rispose la Resnik, una volta che ebbe appreso i segreti della sua tecnica.



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