L'età del Dubbio by Andrea Camilleri

L'età del Dubbio by Andrea Camilleri

autore:Andrea Camilleri [Camilleri, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:25:23+00:00


Sedici

Nel momento nel quali Montalbano trasiva nell’ufficio di Geremicca non sapiva che da lì a poco, dintra a quelle quattro pareti, sarebbi stata pronunziata ‘na parola, una sula, ma bastevoli ad avviarlo supra alla strat a giusta.

Geremicca, al vidiri Montalbano, si susì addritta e, sorridenno, fici cchiù volte firriare nell’aria la mano dritta in signo che era successa ‘na qualichi cosa grossa.

«Montalbà, il botto facisti!».

«Io? E come?».

«Trasmisi via internet al collega francisi il passaporto che m’avevi dato. E po’ gli dissi, come mi avivi ditto tu, che il nome che ci compariva scritto supra secunno tia appartiniva a un pirsonaggio di un romanzo di Simenon, mi pare».

«Accussì è. E allura?».

« E allura lui si misi a contarmi che da un misi avivano arristato a un granni falsario, un mastro d’opira fina, che però non aviva fatto i nomi dei sò clienti. Però erano arrinisciuti a sequestrargli, tra le altre cose, dù passaporti belli e pronti. Col tò, i passaporti addivintaro tri. E f u accussì, seguenno la dritta che noi gli avevamo dato, che il collega finalmenti arriniscì a scoprili che ‘sto falsario aviva l’abbitudini di mettiri nomi finti ricavati da pirsonaggi della litteratura francisi. Ma tu pensa!».

«Si vidi che gli piaciva leggiri».

«E ti dico di cchiù! Questi nomi che il falsario scigliva avivano in qualichi modo attinenza con qualichi cosa che aviva a chiffare con la vita del cliente».

«Ti puoi spiegare meglio?».

«Certo. Tanto per faritillo capiri subito, il collega m’ha detto che questo Émile Lannec, questo personaggio, nel romanzo, è propietario di un piccolo papore. Vero è?».

«Verissimo».

«Il mè collega, a malgrado della facci fracassata, ha riconosciuto dagli altri dati l’omo del passaporto. Si chiama Jean-Pierre David, incensurato, ma tinuto d’occhio da tempo».

«E qual è la cosa che havi a chiffare con la sò vita?».

«Sò patre possidiva un piccolo papore che poi affunnò. Questa tò segnalazioni ha fatto risaliri i francisi alla vera identità dell’altri dù che avivano i passaporti già bell’e pronti. Ti ringraziano di cori, pirchì la tò scoperta li sta aiutanno assà».

« E pirchì a David lo tinivano d’occhio?».

«Pare che faciva parti di ‘na granni organizzazioni che si dedica a un grosso trafico».

«Di che?».

«Di diamanti».

Montalbano satò supra alla seggia. Per un attimo ristò senza vidiri nenti.

Il lampo che gli aviva traversato il ciriveddro era stato accussì forti da accecarlo.

E ora che fari?

Il primo doviri sò sarebbi stato quello di apprecipitarisi senza perdiri tempo nell’ufficio di Mezzamore, no, no, di Mozzamore, ma come Cazzamore si chiamava?, e riferirgli paro paro tutto quello che era vinuto a sapiri. Attenzioni: sarebbi stato, condizionale. Pirchì, a stari all’ordine che gli aviva dato il questore, lui quella matina non sarebbi manco dovuto annare a trovare a Geremicca. Avrebbi dovuto dirgli per tilefono: «Amico, ti ringrazio, ma tutte le ‘nforinazioni le devi passare al collega Mizzamore, è lui che d’ora in poi si occupa dell’indagini».

‘Nveci c’era annato. Facenno un atto d’insubordinazioni. Ora, se annava a diri a Mozzamore la storia dell’identificazioni, il questore potiva accusarlo d’insubordinazioni, di…

«Ma non ti vrigogni di tirare fora scuse tanto riddicole?» lo rimprovirò la voci della coscienzia.



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