L'imbalsamatore by Alison Belsham

L'imbalsamatore by Alison Belsham

autore:Alison Belsham [Belsham, Alison]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2021-03-14T23:00:00+00:00


Capitolo 36

Alex

Domenica 12 novembre 2017

La prigione statale di Bronzefield non era affatto come Alex se l’aspettava. Niente imponenti mura di pietra, niente torrette di guardia, niente portoni sbarrati con assi di ferro. Vista da fuori, l’entrata ricordava più che altro un hotel Travelodge costruito in un’area in cui nessuno avrebbe mai avuto voglia di andare in vacanza.

Liv l’aveva accompagnato e gli aveva detto che l’avrebbe aspettato in macchina. Mentre avanzava verso l’entrata, sentiva il cuore battergli impazzito nel petto. Dopo l’ultima visita, aveva paura che non gli avrebbero permesso di vedere la madre. E aveva anche paura per lei. Temeva che quella prova fosse troppo gravosa. Non avrebbe dovuto essere in prigione, era assurdo.

Francis Sullivan magari credeva davvero alla sua innocenza, ma di sicuro non stava muovendo un dito per tirarla fuori, cazzo. E neanche per trovare Paul. Solo perché ufficialmente il caso non era suo? Ma che montagna di stronzate. La cosa più probabile era che stesse impiegando tutto il tempo e le energie che aveva a correre dietro quell’ammazzamummie del museo. Alex aveva la nausea e sapeva che non sarebbe stato facile vedere sua madre ancora dietro le sbarre. Per non parlare di quanto doveva essere stressante per lei. La voglia di vederla era soffocante, gli veniva da piangere, aveva le viscere annodate in una morsa proprio come quando era bambino, in quelle prime terribili settimane in cui l’avevano portato alle elementari. Se non altro, visto che era in custodia cautelare e non condannata, avrebbe potuto venirle a fare visita anche ogni giorno, nel caso. Magari Liv avrebbe potuto prestargli la macchina.

Dietro le alte mura che circondavano la prigione, si intravedeva il grigio pallido dei tetti di un gruppo di edifici moderni a due piani. Alex attraversò la strada, verso l’entrata, dove un cartello indicava il Centro visitatori. Prese un profondo respiro per calmarsi e aprì la porta.

Non appena fu dentro, seguì di nuovo le istruzioni: ripose nell’apposito armadietto telefono, sigarette e accendino e qualsiasi oggetto di metallo o di vetro. Nella mezz’ora che trascorse tra l’attesa, i controlli di routine e le varie ispezioni, Alex sentì le mani che gli tremavano e la voce che tradiva tutta la sua agitazione. Ma alla fine una donna corpulenta stretta in un’impietosa uniforme, con degli occhiali dalla pesante montatura nera, lo fece entrare nell’area riservata ai visitatori.

«Hai un’ora», disse, e lo lasciò di fronte a un tavolino imbullonato a terra.

Passarono dieci minuti senza che succedesse nulla. Alex si guardò intorno. Una giovane con la tuta da prigioniera era seduta di fronte a una donna più matura, presumibilmente la madre. La ragazza piangeva e la donna le teneva la mano, sembravano entrambe parecchio provate. Una coppia sussurrava in modo frenetico, con le voci che si alzavano sempre più mentre la discussione sfociava in lite.

Alla fine, la porta in fondo alla sala si aprì e una guardiana, vestita allo stesso identico modo della collega, fece entrare Marni. Sua madre si guardò nervosamente intorno con gli occhi sgranati, come se non sapesse nemmeno che cosa stesse cercando di preciso.



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