L'impero del faraone by Nacho Ares

L'impero del faraone by Nacho Ares

autore:Nacho Ares
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 9788854175709
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2015-07-29T16:00:00+00:00


16

Sabato 22 gennaio 1881. Luxor

Wilbour si alzò all’alba come era sua abitudine, anche se a Luxor non si sarebbe potuto fare diversamente. La città si svegliava molto presto e fuori dalle finestre c’era una tale confusione prodotta dalla gran quantità di persone, animali, bancarelle di strada e carri che era impossibile continuare a dormire oltre le sette del mattino. Bisognava sfruttare al massimo le ore di luce e in Egitto, come accadeva dall’epoca dei faraoni, il sole, il dio Ra degli antichi egizi, spuntava molto presto all’orizzonte per effondere i suoi raggi vivificatori sugli abitanti della valle del Nilo.

La colazione all’hotel Luxor si teneva in una piccola sala da tè molto accogliente e non eccessivamente ampia, al contrario di quanto accadeva in altri alberghi. Un hotel che aveva appena trenta camere, vale a dire circa sessanta persone quando era al completo, offriva agio e comodità in tal senso. In questo modo gli ospiti si sentivano a casa.

Wilbour si sedette accanto alla finestra; le chiome frondose degli alberi del giardino nascondevano completamente alla vista il panorama della riva occidentale e della Montagna Tebana, ma non gli dispiaceva, dopotutto lo aveva visto molte volte ed era certo che avrebbe avuto l’occasione di vederlo ancora altrettante.

Anche se il suo sguardo si posava all’esterno dell’hotel, la sua testa era altrove. Gli tornavano continuamente in mente gli ultimi istanti della chiacchierata con Mustafa Aga Ayat. Quel volergli fare dono dell’ushabti a ogni costo e, soprattutto, il suo insistere affinché il giorno dopo andasse nel suo ufficio per parlare di altri reperti più importanti, lo incuriosivano.

«Desiderate ancora un po’ di tè, signore?».

Wilbour si voltò nel sentire la voce del giovane cameriere alla sua destra.

«Sì, grazie», rispose con il suo immancabile sorriso.

Guardò l’orologio da taschino e, vedendo che era ancora presto, decise di rilassarsi e fare le cose con calma. Mancavano più di tre ore all’appuntamento con Walid, il segretario del viceconsole.

Quando il cameriere riapparve con il tè, Wilbour spazzolò i panini al latte che gli avevano servito, si pulì le briciole dalla barba con il tovagliolo e si alzò per tornare in camera.

Passando per la reception, non poté fare a meno di notare una bella ragazza, appoggiata al bancone, che parlava con uno degli addetti.

«Mi dispiace, signorina, ma il signor Marek non alloggia nel nostro hotel», disse l’impiegato della reception.

All’udire quel nome Wilbour sobbalzò per la sorpresa e decise di avvicinarsi al banco con la scusa di chiedere se c’era posta per lui. Sapeva che il battello postale arrivava più tardi, ma in quel momento non era importante, aveva solo bisogno di un pretesto per avvicinarsi.

«Il signor Marek non alloggia in questo albergo da quasi un mese», insisteva l’addetto alla reception.

«E non c’è nessuna prenotazione per i prossimi giorni?», chiese interdetta la giovane.

«Cercate di capire che non posso dare questo tipo di informazioni, signorina. Se si tratta di qualcosa di grave, dovrei comunicarlo al direttore dell’albergo, lui vi dirà come fargli arrivare una lettera. Mi dispiace, ma non possiamo fare di più. Buongiorno, signor Wilbour, desiderate?».

L’addetto



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