L'inganno by JONATHAN KELLERMAN

L'inganno by JONATHAN KELLERMAN

autore:JONATHAN KELLERMAN [KELLERMAN, JONATHAN]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fanucci
pubblicato: 2011-05-14T16:00:00+00:00


21

La contea di Los Angeles ospita diversi campi da golf, ma le oasi esclusive per le persone ricchissime sono meno di una dozzina.

Milo partì dal Westside e si avvalse del suo grado improvvisamente privo di valore per mettersi in contatto con i direttori delle risorse umane. Ebbe successo al terzo tentativo: Emilio Mendoza lavorava come cameriere al circolo ricreativo Mountain Crest.

Ci ero stato qualche anno prima in qualità di ospite di un imprenditore intenzionato a investire nel campo psichiatrico che cercò di convincermi a dirigere un istituto senza scopo di lucro per bambini ribelli. Il pranzo fu piacevole, ma il diavolo ci aveva messo le corna e io rifiutai, nonostante un'ottima bistecca. Subito dopo, l'istituto chiuse a causa di uno scandalo legato alla corruzione.

Il circolo si estendeva su un'incantevole scogliera ondulata dove Pacific Palisades confina con Malibu. Alla sesta buca, i giocatori vengono distratti dalla vista sull'oceano. Le sostanziose quote di iscrizione e i controlli scrupolosi restringono i soci a un certo tipo di persone. Quel giorno a pranzo, gli unici volti scuri che avevo visto erano quelli dei membri del personale; mi chiesi se Emilio Mendoza fosse stato il cameriere che mi aveva messo davanti una costoletta delle dimensioni di un piatto intero come se fosse un sacramento.

L'addetta alle risorse umane disse al telefono: «Sta lavorando. Gli riferirò di richiamarla.»

Milo disse: «Sarebbe meglio se potessi parlargli subito, signora.»

«Posso chiederle di cosa si tratta?»

«Di una questione familiare» rispose Milo.

«Riguarda la famiglia di Emilio?»

«Sì, signora.»

«La polizia… Oh, dio mio. Non vorrà dire che è successo qualcosa di terribile?»

«Succedono in continuazione cose terribili, ma la famiglia del signor Mendoza sta bene.»

«Allora perché…»

«Se preferisce, posso passare di lì e parlargli di persona. Magari potrei fare qualche tiro.»

«Attenda, provo a cercarlo.»

Qualche minuto dopo, una voce maschile sommessa dal lieve accento straniero disse: «Sono Emilio.»

Erroneamente, Milo si presentò di nuovo come se fosse ancora in servizio, ma non fece alcun riferimento alla omicidi. «Mi dispiace disturbarla, signor Mendoza, ma devo parlare con Martin.»

«Martin?» Martin, con l'enfasi sulla seconda sillaba. «Perché, signore?»

«Riguarda la sua insegnante privata, Elise Freeman.»

«Lei» disse Mendoza. «Non è più la sua insegnante privata.»

«Non è più l'insegnante privata di nessuno. È morta.»

«Sta scherzando… Mio dio, è terribile. La polizia? Qualcuno le ha fatto del male? Perché deve parlare con Martin?»

«Stiamo parlando con tutti i suoi ex studenti, signor Mendoza, per cercare di scoprire tutto ciò che possiamo su di lei.»

Rimase a lungo in silenzio. «È l'unico motivo?»

«Cosa intende dire?»

«Non sospettate Martin di qualcosa?»

«No, vorremmo soltanto parlare con lui. Potrà essere presente lei oppure la madre. Sono disposto a venire a casa vostra per mantenere la massima discrezione.»

«Martin non ha passato molto tempo con lei, signore. Ha preso solo qualche lezione, tutto qui.»

«Lo so, ma ho una lista a cui attenermi. Si tratta di ordinaria amministrazione, nulla di cui preoccuparsi. Oggi Martin è malato?»

«Malato?»

«Non è andato a scuola.»

«Vi siete recati alla scuola?» La voce di Mendoza si incrinò sull'ultima parola.

«Sì.»

«Le hanno riferito che era malato?»

«No» rispose Milo. «Mi hanno detto solo che non c'era. È a casa?»

Silenzio.



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