L'isola della follia by Douglas Preston & Lincoln Child

autore:Douglas Preston & Lincoln Child [Preston, Douglas & Child, Lincoln]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: letto, thriller
pubblicato: 2009-12-31T23:00:00+00:00

CAPITOLO 41

Il tiratore cambiò posizione nell'ombra screziata e bevve una sorsata d'acqua dalla borraccia mimetica. Con la fascia da polso si tamponò prima l'una, poi l'altra tempia. I suoi movimenti erano lenti, metodici, del tutto invisibili nel groviglio di cespugli.

In realtà non era necessaria tanta prudenza. Non c'era modo che il bersaglio lo vedesse. Tuttavia gli anni trascorsi a cacciare l'altro tipo di prede - quelle a quattro zampe, a volte eccessivamente timide, a volte dotate di una prontezza quasi sovrannaturale - gli avevano insegnato a muoversi con la massima cautela.

Era un nascondiglio perfetto, una grossa quercia abbattuta con la tillandsia appesa davanti, simile a spruzzi di schiuma marina, che lasciavano scoperte solo minuscole fessure. In una di queste aveva infilato la canna del suo fucile tattico Remington 40-XS. Era perfetto proprio perché naturale: uno dei molti segni del passaggio di Katrina visibili ancora nelle foreste e nelle paludi circostanti. Se ne incontravano così tanti che non ci si soffermava nemmeno a degnarli di uno sguardo.

Su questo contava il tiratore.

La canna dell'arma sporgeva di un paio di centimetri dal nascondiglio. L'uomo era completamente nell'ombra, la canna stessa era rivestita con un polimero nero speciale non riflettente e il bersaglio sarebbe spuntato nella piena luce del sole mattutino. Il fucile non sarebbe stato individuabile nemmeno quando avesse sparato: vi avrebbe provveduto il soppressore di fiamma montato sulla bocca.

La sua vettura, un pickup Nissan 4x4 preso a noleggio, era parcheggiata dietro il nascondiglio. Usava il cassone come piattaforma di tiro, vi si era steso sopra con la ribalta aperta. Anche se qualcuno lo avesse visto e inseguito sgattaiolare dal pianale all'abitacolo, avviare il motore e accelerare lungo la pista avrebbe richiesto una trentina di secondi. La strada statale e la salvezza erano a tre chilometri soltanto.

Non sapeva quanto avrebbe dovuto attendere, potevano essere dieci minuti o dieci ore, ma non importava. Era motivato. Motivato, a dire il vero, come mai lo era stato in vita sua. No, non era del tutto esatto: c'era stata un'altra occasione.

La mattina era caliginosa e pregna di rugiada. Nel buio del nascondiglio l'aria era stagnante. Si tamponò di nuovo le tempie. Gli insetti ronzavano sonnolenti e udiva gli squittii e i movimenti delle talpe. Dovevano avere una tana nelle vicinanze: quelle maledette creature ormai erano dappertutto, affamate come i conigli da laboratorio e altrettanto miti.

Bevve un'altra sorsata d'acqua e controllò di nuovo il 40-XS. Il bipiede era stabile e bloccato. Aprì l'otturatore, si accertò che la cartuccia Winchester calibro .308 fosse ben inserita e richiuse l'otturatore. Come molti cecchini specializzati, preferiva la solidità e la precisione di un'arma bolt-action. Nel caricatore interno aveva tre colpi di riserva, in caso d'emergenza, ma lo scopo di un simile fucile era far centro al primo colpo e non aveva in programma di usare gli altri due.

L'elemento più importante era il cannocchiale, un Leupold Mark 4 long-range M1. Vi guardò dentro puntando il reticolo prima sulla porta d'ingresso della villa coloniale, poi sul vialetto di ghiaia, poi sulla stessa Rolls-Royce.

Settecento, forse settecentocinquanta metri.

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