L'Italia di carta. Viaggio tra le pagine che hanno raccontato il nostro paese by Antonio Camu

autore:Antonio Camu [Camu, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

10. Tra i Monti Sibillini assieme a Giacomo Leopardi

Appena fuori dal centro abitato una gola molto stretta si apre verso nordest. Le pareti della forra, chiamata Gola del Bottaccione, sono costruite da fasce di calcare che corrono in bande diagonali. Molto prima che l’uomo si stabilisse nella regione – e molto prima che l’uomo esistesse – Gubbio si trovava sul fondo di un mare azzurro e cristallino. I resti di piccole creature marine si depositarono a pioggia sul fondale marino, sedimentandosi anno dopo anno, secolo dopo secolo, millennio dopo millennio. […] Camminare oggi su per la gola è come viaggiare, strato dopo strato, attraverso il tempo. Nello spazio di qualche centinaio di metri, si può coprire un intervallo di quasi cento milioni di anni. […] La Gola del Bottaccione ormai è una destinazione turistica a tutti gli effetti, anche se per comitive di curiosi un po’ più specializzati. È qui che, alla fine degli anni settanta, un geologo di nome Walter Álvarez, arrivato in Italia per studiare l’origine degli Appennini, finì per riscrivere più o meno accidentalmente, la storia della vita sul pianeta. Nella gola, Álvarez rinvenne le prime tracce dell’enorme asteroide che pose fine al Cretaceo e che causò quello che potrebbe essere stato il giorno peggiore della Terra. Quando la polvere – in questo caso in senso decisamente letterale più che metaforico – si fu posata, circa tre quarti di tutte le specie esistenti erano state spazzate via. La prova dell’impatto dell’asteroide col nostro pianeta risiede in un sottile strato di argilla che si trova più o meno a metà della parete della gola.

Questo brano è tratto da La sesta estinzione. Una storia innaturale, un libro da non perdere, con cui Elizabeth Kolbert si aggiudica il premio Pulitzer nel 2015. Il saggio, bello nella forma e allo stesso tempo drammatico nella sostanza, annuncia che stiamo vivendo una nuova estinzione di massa. Cinque sono gli eventi che hanno sconvolto il pianeta nelle ere geologiche, riconosciuti e datati da storici e paleontologi; il sesto, quello attuale, rappresenta un caso unico, in quanto si differenzia per tipologia e tempistica. Se le cinque precedenti estinzioni di massa, a cominciare dalla prima, avvenuta oltre 500 milioni di anni fa, sono causate da eventi naturali, quella che stiamo vivendo ha un unico responsabile: l’uomo. Il ritmo di estinzione delle specie – ed estinzione significa per sempre –, provocato dalle nostre attività, è superiore di oltre 1000 volte rispetto ai ritmi che si trovano in natura. Perché anche l’estinzione fa parte del ciclo della vita sul nostro pianeta, ma segue regole ben precise, che noi abbiamo profondamente alterato.

Gubbio, da fondale marino che era nel passato, nel tempo è diventata ben altro, sorge ai piedi del Monte Ingino – che ospita la basilica dedicata al Santo Ubaldo –, il «Colle eletto dal Beato Ubaldo», citato da Dante nell’xi canto del Paradiso, dove il poeta celebra la figura di san Francesco d’Assisi, descrivendo la sua vita e il suo cammino spirituale, e rende omaggio al Montefeltro e alle terre umbre, tra cui Gubbio, ricordata come luogo di grande devozione e spiritualità.

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