Lo Smeraldo Maledetto by Edgar Wallace

Lo Smeraldo Maledetto by Edgar Wallace

autore:Edgar Wallace [Wallace, Edgar]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:50:36+00:00


13.

La signora Greta Gurden si concedeva raramente il lusso di rimuginare sulle proprie disgrazie. Non era una filosofa, e solo la pura necessità le faceva trascurare le piccole e grandi irritazioni della vita per concentrare la mente su cose piacevoli. Ma si sentì inerme, con una gamba che le doleva e il ricordo altrettanto doloroso dell’insolenza di Anita Bellini. Stava sollevata sui cuscini con una pila di carte in grembo, e sebbene non vi fosse un bisogno immediato di portare avanti il lavoro che aveva nelle mani, e lo facesse soltanto per combattere la noia, si volle illudere di essere vittima di un’esigente padrona che non era soddisfatta delle sue normali e gravose imposizioni. E alle offese doveva aggiungere quel tormento della ferita.

Vecchia posta, vecchi conti, una o due ricevute, pochi vecchi telegrammi di nessuna importanza, dozzine di lettere dove si parlava di debiti dimenticati, un’interminabile corrispondenza fra Anita e un agente immobiliare: lei guardò quei fogli uno a uno, separando il buono dal cattivo.

Dopo un po’ si trovò tra le mani una vecchia missiva dattiloscritta su carta non intestata. Anita, come la sua dipendente, usava da anni una macchina per scrivere portatile. La lettera non era finita, a un certo punto Edgar Wallace

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1993 - Lo Smeraldo Maledetto

la scrivente doveva aver cambiato idea e forse ne aveva cominciata un’altra; quella, buttata da una parte, era finita nel mucchio che ora veniva selezionato.

Greta la lesse e provò un piacere maligno. La principessa doveva essere stata particolarmente sbadata quando aveva gettato via quello scritto. Lo sperimentato istinto suggeriva alla donna di distruggerla subito, afferrò il foglio con l’intenzione di stracciarlo, ma si trattenne; e cominciò a considerare certe possibilità. Dire che in quel momento aveva un’acredine contro la sua datrice di lavoro era sottovalutare la sua emozione.

“Invecchiava”, non era così? Aveva perso la sua bellezza e non avrebbe avuto più un posto come ballerina di fila. Anita aveva dato per scontato che lei si sarebbe contentata dell’umiliante posizione di compagna. Capri doveva essere una specie di premio.

Pur essendo una donna dal carattere instabile, ora euforica all’eccesso, ora terribilmente depressa, tuttavia, nei suoi mutamenti d’umore, la principessa aveva sempre disprezzato la sua dipendente. Greta divenne rossa in viso, fu investita da accessi di caldo e di freddo al ricordo degli insulti che l’altra aveva riversato su di lei, e la mano che teneva la lettera tremò. Poi un’idea cominciò a farsi strada nella sua mente. Era ancora abbozzata quando chiamò la signora Hobbs, la sua domestica. — Portami l’agenda degli indirizzi.

Greta era metodica e annotava sempre l’indirizzo di persone, anche se erano conoscenze casuali di nessun valore per lei. Scorse il dito sull’elenco dei nomi e si fermò alla lettera D, l’ultimo nome della fitta pagina era

“Peter Dawlish”.

— Portami una busta, per favore, e anche la stilografica, e va’ a impostare la lettera… no, portami la macchina per scrivere.

L’obbediente domestica le portò la piccola portatile che era uguale a quella di Anita e la depose in grembo alla malata. Greta infilò la busta, batté l’indirizzo, poi mise il foglio nella busta e la chiuse.



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