Lucarelli Carlo - 1996 - Via delle Oche by Lucarelli Carlo

autore:Lucarelli Carlo [Lucarelli Carlo]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: General, Drama
ISBN: 9788875801311
editore: Transeuropa
pubblicato: 2011-05-14T22:00:00+00:00

L'Abatino si era spostato, girando attorno all'onorevole Orlandelli, come per fargli scudo.

“L'ha visto, Pugliese?” chiese De Luca.

“Sì, l'ho visto” mormorò Pugliese.

“Non intendevo l'Abatino.”

“Neppure io, commissà.”

Sull'angolo dei fotogrammi, più sbiadito del resto ma ancora ben visibile, si era affacciato un uomo. Aveva tuffato la faccia nel grigio più netto del fuoco, mostrando il profilo, i capelli ricci bassi sulla fronte, il naso storto, la mascella quadrata.

Era l'uomo caduto dal tetto e prima di tornare indietro e sparire oltre il quadro, tagliato dalla ripresa che cominciava a farsi mossa e ondeggiante, si era stretto all'Abatino, con un ombrello, chiuso, in mano.

“Matteucci Silvano” disse Marconi, “ex sottufficiale della 10° Mas. Precedenti per rissa, percosse e tentato omicidio. Dopo la guerra faceva la borsa nera. Ufficialmente, adesso, sarebbe un ambulante.”

“Il questore ci fa riprendere tutto” disse Sabatini, “dalle Madonne Pellegrine ai comizi del Fronte Popolare.

Parità di condizioni, dice, così è a posto con tutti.”

De Luca alzò una mano che brillò illuminata dal fascio di luce del proiettore.

“Lasciateci soli un momento, per favore” disse, poi si chinò verso Pugliese, stampando l'ombra nera del suo busto sugli uomini che gridavano silenziosi sullo schermo. “E lei, maresciallo? Lei è a posto?”.

La cinepresa passava dal palco alla piazza, obliqua e rapida, in un ondeggiare di ombrelli e pugni chiusi, di cappelli, berretti, baschi ed elmetti, che luccicavano sotto la pioggia.

“Io tengo famiglia, commissà” disse Pugliese.

“Anch'io. è questa la mia famiglia” De Luca allargò le braccia, alzandole in direzione dei muri, “ed è anche la sua, maresciallo Pugliese. Siamo poliziotti.”

“No. Io sono un poliziotto con una moglie e un figlio piccolo da tirare su con lo stipendio da maresciallo di P.S. E non me lo posso permettere di essere trasferito in Sicilia a dare la caccia al bandito Giuliano ...”.

“Siamo coperti, Pugliese, non succederà. Scala ci tiene D'Ambrogio e Bonaga fuori dalle scatole per un po'.”

Pugliese sorrise. Un sorriso ironico che tagliò in un lampo l'espressione preoccupata che aveva avuto fino a quel momento.

“Vi siete messo con i comunisti, commissà? Guardate che quelli le elezioni le perdono ...”.

Sullo schermo, silenziose, le jeep della polizia tagliavano la folla, che si apriva e si disperdeva in tutte le direzioni, correndo, verso i portici, verso le gradinate di San Petronio, verso la fontana del Nettuno. Sulle jeep, in piedi sui sedili e aggrappati al parabrezza, poliziotti in divisa sciabolavano l'aria con i manganelli, lenti, come in un balletto senza musica.

“Non mi sono messo con nessuno!” ringhiò De Luca. “Io faccio il mio mestiere che è indagare su un caso e continuare a farlo finché non scopro chi è stato!.”

“Perché, credete che a Scala gli importi qualcosa di sapere chi ha ucciso Ricciotti e Piras? A Scala questo affare interessa perché interessa all'Abatino! Commissà, siamo sotto elezioni, questa è tutta politica! Vi stanno usando anche loro!.”

“Non me ne frega niente se mi usano! Io sono un poliziotto, Pugliese, faccio il poliziotto e sto con chi mi permette di fare il mio mestiere!.”

Stava urlando. Se ne accorse più dallo sguardo risentito di Pugliese che dal rimbombo della sua voce nella stanza.

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