L'Ultima Donna Della Sua Vita by Ellery Queen

L'Ultima Donna Della Sua Vita by Ellery Queen

autore:Ellery Queen [Queen, Ellery]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-03-28T13:28:59+00:00


Marsh, a detta della signorina Smith, era occupato con un cliente e non poteva essere disturbato per nessun motivo. Inoltre, il signor Marsh non riceveva mai nessuno se non su appuntamento. Purché non si fosse trattato, come dicevano gli occhi ostili della donna, di una di quelle faccende contorte in cui la presenza di Ellery Queen era pressoché scontata. Il tono e l’atteggiamento della signorina Smith erano tali che, se fosse stata a piedi nudi, con collane di perline e coi capelli arruffati, gli avrebbe sputato in faccia la parola “maiale” con contorno di svariate oscenità; ma essendo una donna a modo, allevata sicuramente da una madre con una mentalità ottocentesca, poté esprimere la propria avversione solo ricorrendo all’abilità di giostrare con gli occhi e le corde vocali.

Ellery Queen, sempre compito quando era in presenza di una signora, scribacchiò alcune parole su un foglietto e chiese alla signorina Smith, con la massima gentilezza, di portare il messaggio al signor Marsh.

In quel momento Al Marsh uscì per un attimo dal suo studio. «Ciao, Ellery. Che c‘è?»

«Sono venuto a chiederti una cosa su Johnny. Mi basta un minuto…»

«Non ho nemmeno un minuto. Il vecchietto che ho nello studio mi giudica già abbastanza male. A suo modo di vedere, il solo fatto di far attendere un uomo della sua età, ha novant’anni, costituisce un reato. Che ne diresti di venire a casa mia? Facciamo alle sette? A cena, se non hai altri programmi. Louis faceva il cuoco al Pavilion. Se non conosci il mio indirizzo, puoi fartelo dare dalla signorina Smith.»

Si trattava di un doppio attico in Sutton Palace. Al disopra della squallida città non ancora fuori dall’inverno e non ancora nel pieno della primavera, a Ellery sembrò di trovarsi in paradiso. Un domestico di nome Estéban lo fece accomodare in un’ampia sala di gusto maschile con legno di quercia antico, ferro battuto spagnolo, velluti, rame e ottoni; un locale con un alto soffitto, armi alle pareti e trofei di caccia. In attesa di Marsh, Ellery si mise a gironzolare, osservando e valutando, per ottenere informazioni sulla personalità dell’uomo.

Non c’era la minima traccia di modernismo nell’appartamento, almeno in quella parte che gli era dato di vedere; sembrava un riservatissimo club, per soli uomini, di fine Ottocento. Nella piccola palestra privata attigua al soggiorno (la porta era aperta) si vedevano pesi, bilancieri, cyclette, parallele, un sacco da pugilato, e altri attrezzi tipici di un ex atleta; niente di strano per il “maschione dei caroselli”. Ma c’erano delle sorprese.

Una corta parete era per metà occupata da un impianto stereofonico per la riproduzione ad alta fedeltà di una vasta raccolta di dischi e musicassette. Abbondavano Ciaikowskij e Beethoven, notò Ellery, colpito dal romanticismo che non aveva mai associato a Marsh. In quel momento veniva suonata l’aria del principe Gremin dall’Evgenij Onegin; Ellery conobbe la voce di Scialiapin, che col suo forte timbro di naso gli aveva dato un senso di sicurezza in svariate occasioni.

Rimase incantato da una libreria, coi vetri piombati. Conteneva rare edizioni americane, francesi



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