L'ultimo cacciatore di libri by Matthew Pearl

L'ultimo cacciatore di libri by Matthew Pearl

autore:Matthew Pearl [Pearl, Matthew]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858684795
editore: Rizzoli
pubblicato: 2016-05-18T16:00:00+00:00


IX

Quando tornammo a far visita a Stevenson, vedemmo i servitori ciondolare davanti alla casa. Era uno spettacolo piuttosto insolito a Vailima, dove tutti erano sempre molto affaccendati. Davenport e io ci scambiammo uno sguardo interrogativo. Scendemmo di sella prima di giungere alle stalle e ci avvicinammo a un capannello di giovani intenti a osservare Charlie, in fondo alla tenuta. Era nudo, urlava e brandiva un’ascia. I domestici stavano uscendo furtivamente dalla porta d’ingresso, tenendosi a distanza di sicurezza.

Stevenson si affacciò alla veranda del piano di sopra e fissò la scena con aria preoccupata, prima posando gli occhi su Charlie e poi, con rabbia, su di noi che ce ne stavamo lì a guardare, come a chiedersi: «Dove sono finiti gli uomini in questo mondo?».

«Che cosa urla?» chiese Davenport.

«Frasi senza senso» disse Belial, che era spuntato alle nostre spalle. «Qualcosa su… il diavolo che si cela tra di noi.»

«Allora non è completamente pazzo.»

«Non credevo avesse un tale senso dell’umorismo, Davenport» rispose Belial, beffardo. Poi, rivolgendosi a me, aggiunse: «Guardi cosa sta per succedere, signor Fergins. È per questo che il suo maestro non vincerà mai».

Belial corse verso Charlie fermandosi alla giusta distanza, quindi girò intorno al nativo nudo finché non trovò un varco e lo placcò, facendogli volare l’ascia di mano. Gli altri servitori si precipitarono verso il compagno a terra e l’eroico missionario. Mi voltai verso la veranda e vidi l’espressione soddisfatta di Stevenson e, senza bisogno di girarmi a guardarlo, sentii la rabbia ribollire in Davenport.

Per quanto possa sembrare sorprendente, la prima persona nella Storia che classificherei come un bookaniere apparve molto prima della legge sui diritti d’autore, e riuscì a destare l’ira dell’uomo più potente del mondo. Nel 1514 papa Leone X, sofisticato collezionista di libri, concesse a uno stampatore di nome Beroaldo l’esclusivo permesso papale di riprodurre le opere di Tacito. La punizione per chiunque violasse questo dettato era la scomunica. Nel frattempo, a Milano, un tale Alessandro Manuziano cominciò a stampare la stessa opera di Tacito prima che fosse pronta l’edizione di Beroaldo – presumibilmente dopo aver corrotto un dipendente del rivale per farsi passare il materiale. Manuziano sfuggì alla scomunica solo grazie all’intercessione dei suoi potenti amici. Ma la questione non è la scomunica. La questione è perché Manuziano lo fece. C’era la prospettiva del profitto, certo, ma ad allettarlo era stato soprattutto il divieto imposto. Non sono ancora riuscito a trovare un ritratto di Manuziano, e mi chiedo se vederlo ci aiuterebbe a capire che tipo di uomo era. Per il momento, non posso fare a meno di immaginarmelo con la faccia coriacea ma affascinante di Belial.

Il ruolo scelto da Belial a Vailima era come sempre frutto di un astuto calcolo. Spacciandosi per un missionario che diffondeva il verbo di Dio nelle Samoa e nei mari del Sud, Belial poteva lasciare l’isola a intervalli regolari. All’inizio pensavo che questo gli servisse soltanto per assicurarsi preziosi carichi di tabacco in altri porti. C’era però anche un altro motivo. Stevenson, come molti scrittori, si stancava presto sia delle cose sia delle persone, come avevamo avuto modo di constatare.



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