Luna piena (Urania Jumbo) by Ian McDonald

autore:Ian McDonald [McDonald, Ian]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori

7

Bilancia - Scorpione 2105

L’Aquila della Luna serve dei martini eccellenti, ma Ariel non tocca il suo. Lo lascia sul tavolo di pietra levigata, sul bordo del precipizio.

«Pensavo che fosse sempre l’ora di un martini, in un quadra o in un altro» si stupisce l’Aquila.

«Non sono dell’umore giusto, stasera.»

Sono seduti l’una di fronte all’altro, al tavolino di pietra sotto la pergola intagliata del padiglione Arancio, sul bordo della prodigiosa volta dell’interscambio di Antares. Il traffico di fine giornata mormora tra ponti e attraversamenti, sale e scende dalle teleferiche, fluttua nell’aria. La linea del sole aumenta di intensità la sera, e i lampioni si accendono mentre il giorno si ritira progressivamente in fondo ai prospekt dei quadra. Era mattino l’ultima volta che Ariel è venuta a sedersi qui, in questo belvedere dalla vista spettacolare. L’ultima volta che è venuta a sedersi nel Nido, l’Aquila della Luna aveva preteso un matrimonio dinastico. Corta e Mackenzie. Lucasinho e Denny. I bergamotti sugli alberi ornamentali portano ancora le tracce della vernice argentea delle decorazioni della cerimonia.

«Lei mi deve una spiegazione, Jonathon.»

«Il consiglio stava per presentare una mozione di sfiducia. Li ho prevenuti.»

«Li ha presi in ostaggio.»

«Li ho messi in stato di arresto.»

«Il nostro sistema giudiziario non lo prevede. Lei li ha sequestrati e li tiene in ostaggio. Dove sono?»

«A casa loro, ma sotto sorveglianza. Ho preso la precauzione di ridurre la loro capacità respiratoria. Un modo molto efficace per ottenere obbedienza.»

«Non c’è nulla nello statuto della LDC che le dia il diritto di sequestrare e tenere in ostaggio i suoi amministratori.»

«Questa è la Luna, Ariel. Facciamo quel che vogliamo.»

«Vuole che dia le dimissioni, Jonathon? Lo farò, se lei continua a ignorarmi. Ci sono ottomila ingiunzioni che l’aspettano là fuori, e io sono l’unica barriera tra loro e lei.»

«Sono stato informato che il consiglio avrebbe cercato di destituirmi nel corso della riunione.»

«Vidhya Rao.»

«Mi ha predetto la mozione di sfiducia. Il tentativo di destituirmi è stato architettato dalla Terra. Gli Stati nazionali terrestri si stanno muovendo contro di me.»

«Perché mi ha ingaggiato, Jonathon?»

«Le previsioni delle macchine di Vidhya Rao si basano sull’analisi di schemi che spesso sfuggono agli umani. È risalito alla fonte dei flussi finanziari, fondi sovrani nascosti dietro una serie di società fittizie. Al centro c’è qualcuno che lei conosce molto bene. Suo fratello.»

Ariel si infila sottobraccio la pochette di Oscar de la Renta e fa ruotare la sedia a rotelle.

«Fantasie, Jonathon. Paranoia. Non ci voglio entrare. Il contratto è sciolto. Smetto di rappresentarla.»

Jonathon Kayode si allunga sul tavolo e l’afferra per il polso. È rapido, per essere così grosso.

«Lucas è sopravvissuto all’attentato dei Sun, è fuggito dalla Luna e si è rifugiato presso VTO.»

«Mi lasci, Jonathon.» Incrocia il suo sguardo. La stretta intorno al polso si allenta. L’Aquila è anche vigoroso: le dita le hanno lasciato dei pallidi segni sulla pelle scura. «Mi ha usata come scudo.»

«Esatto.»

«Vada a farsi fottere, Jonathon.»

«Va bene. Allora, rinuncia?»

Ariel lancia un’occhiata al martini. Ghiacciato, potente, sacro. Alza il bicchiere, ne beve un sorso. Razionalità, sicurezza. Magnifico.

«Rischio qualcosa, Jonathon?»

«Ho solo prevenuto il tentativo di Lucas di destituirmi.

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