Lupi solitari by Serge Quadruppani

Lupi solitari by Serge Quadruppani

autore:Serge Quadruppani [Quadruppani, Serge]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-06-10T12:00:00+00:00


«Niente whisky» dice la generale contemplando il contenuto della madia che ha appena aperto. «Vodka, gin, grappa, cognac, armagnac, distillato di pere…»

«Prendo volentieri una grappa» risponde Claire e, mentre Nathalie le riempie un bicchierino, aggiunge indicando la cartellina aperta sulle sue ginocchia: «Tutto ciò è molto interessante, ma che rapporto ha con Pierre?».

L’ufficiale tende il bicchiere alla contrattista, poi prende la tazza di camomilla che aveva posato sul tavolino.

«Ti ricordi che, secondo la testimonianza della cameriera di Bardonecchia, Dhiboun ha utilizzato il computer di Gandolfo mentre aspettavano il treno. Bene, grazie ai nostri amici della NSA siamo riusciti a trovare traccia del traffico emesso quella mattina a partire da quel pc. Il servizio ha redatto un rapporto in proposito. Guarda.»

Le porge il cellulare. Claire legge. Quando ha finito, mormora: «Siamo nella merda».

“Ma guarda,” pensa Pierre Dhiboun legato nudo su un tavolo all’interno di un capanno in fondo al giardino “è la seconda volta che mi trovo in questa posizione. La prima, è stata nel Ladakh.”

Per arrivarci, era dovuto passare dall’Himachal Pradesh. A Vashisht, per la precisione, nella piscina delle sorgenti termali costruita accanto al tempio del villaggio sulle colline che circondano Manali. Quando il dio Rama andò a chiedere consiglio e aiuto al saggio Vashishta crepava di freddo, perciò aveva fatto sprizzare quelle acque: è ciò che gli aveva raccontato Sarah, la bella israeliana. Era stato poco dopo aver fatto l’amore, quando si era meravigliato dell’odore che le aveva sentito sulla pelle.

«Puzzi di zolfo» le aveva detto, poi aveva aggiunto in inglese, unica lingua che avessero parlato (ma avevano parlato molto poco) fino ad allora: «You know this french expression?».

«Certo che sì, sono nata e ho fatto le superiori in Francia» gli aveva risposto in francese senza nessuna inflessione. «Puzzare di zolfo significa essere un pericolo, no? In origine è un riferimento all’odore che seguiva le esplosioni, credo… sai, sono capitano dell’esercito israeliano ma è da mesi che non tocco un esplosivo… se ho quest’odore, dev’essere a causa delle sorgenti calde, credo…»

Allora gli aveva parlato dei bagni termali vicino al tempio di Rama e della loro origine mitologica, prima di concludere: «Ma a me sembra che sia tu a puzzare di zolfo. O almeno secondo i miei amici».

«Davvero, e perché?»

(Silenzio.)

«Perché non mi rispondi?» aveva insistito Dhiboun.

«Perché sei francese. Dunque molto probabilmente antisemita. E in più sembri anche un po’… arabo… ma se continui a toccarmi così farò fatica a spiegarti i pregiudizi dei miei amici…»

Aveva continuato a toccarla e i loro gemiti erano stati coperti dai bassi provenienti dalla camera di fianco, dove i compagni di Sarah ascoltavano techno fin dal mattino, fumando l’erba che da quelle parti cresce lungo i sentieri. Insieme all’America del Sud, l’India è una delle destinazioni preferite dai giovani israeliani in cerca di svago dopo il servizio militare (all’epoca era di almeno trentasei mesi per gli uomini e ventidue per le donne). Di solito gli altri viaggiatori li detestano, li trovano troppo rumorosi e gli rimproverano di comportarsi come se fossero a casa loro, o



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