Madame Bovary (Deluxe) by Gustave Flaubert

autore:Gustave Flaubert [Flaubert, Gustave]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2022-01-27T12:00:00+00:00

«Perché?»

«Ma... per difenderti,» rispose Emma.

«Da tuo marito, forse? Poveretto!»

E Rodolphe terminò la frase con un gesto che significava “lo schiaccerei con un buffetto”.

Essa rimase sbalordita del suo coraggio, benché vi sentisse una specie di sconvenienza e di volgarità ingenua che la scandalizzò.

Rodolphe meditò a lungo su quella faccenda delle pistole. Se essa aveva parlato sul serio, la cosa era ridicola, egli pensava, anzi odiosa, perché lui non aveva nessuna ragione di detestare quel bonaccione di Charles, non essendo affatto divorato dalla gelosia; e, a questo proposito, Emma gli aveva fatto fare un giuramento solenne, ch’egli trovava pure di dubbio gusto.

Per di più, ella diventava molto sentimentale. Era stato necessario uno scambio di miniature, si erano tagliati ciocche di capelli, ed ora essa chiedeva un anello, un vero anello matrimoniale come pegno di eterno legame. Spesso gli parlava delle campane della sera o delle voci della natura; poi di sua madre e della madre di lui. Rodolphe l’aveva perduta da vent’anni. Emma, nondimeno, lo consolava con leziosaggini di linguaggio adatte per un marmocchio abbandonato, e qualche volta, guardando la luna, gli diceva:

«Sono sicura che lassù, insieme, esse approvano il nostro amore».

Ma Emma era tanto graziosa! Ne aveva possedute ben poche, di un candore simile! Quell’amore senza vizio era, per lui, qualcosa di nuovo che, allontanandolo dalle sue abitudini facili, accarezzava insieme il suo orgoglio e la sua sensualità. Il buon senso borghese sdegnava l’esaltazione di Emma, ma in fondo al cuore egli trovava quell’esaltazione deliziosa, perché era rivolta alla sua persona. Allora, sicuro d’essere amato, smise di controllarsi, e insensibilmente i suoi modi cambiarono.

Non aveva più, come una volta, quelle parole così tenere che la facevano piangere, né quelle veementi carezze che la facevano impazzire; e così il loro grande amore, nel quale essa viveva immersa, parve diminuire sotto di lei come l’acqua di un fiume che venisse assorbita dal suo letto, ed essa vide la melma. Non ci voleva credere; raddoppiò di tenerezza; e Rodolphe nascose sempre meno la sua indifferenza.

Ormai ella non sapeva se rimpiangesse di avergli ceduto o se invece desiderasse, al contrario, amarlo ancora di più. L’umiliazione di sentirsi debole, si convertiva in un rancore temperato dalla voluttà. Non era attaccamento, era come una seduzione continua. Egli la soggiogava, e lei ne aveva quasi paura.

Le apparenze, però, erano più calme che mai. Rodolphe era riuscito a condurre l’adulterio come aveva voluto; e, dopo sei mesi, quando arrivò la primavera, essi erano, uno di fronte all’altra, come due coniugi che alimentino tranquillamente una fiamma domestica.

Era il tempo in cui papà Rouault mandava il suo tacchino, in ricordo della gamba accomodata. Il regalo arrivava sempre accompagnato da una lettera. Emma tagliò lo spago che la legava al paniere, e lesse:

“MIEI CARI FIGLIUOLI,

“Spero che la presente vi troverà in buona salute e che il tacchino non varrà meno degli altri; mi pare anzi un po’ più morbido, se così posso dire, e più massiccio. Ma la prossima volta, per cambiare, vi manderò un gallo, a meno che non preferiate un cappone; e rimandatemi la cesta, se non vi dispiace, insieme alle altre due.

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