(Mafia Chronicles 02) Legati dal dovere by Cora Reilly

(Mafia Chronicles 02) Legati dal dovere by Cora Reilly

autore:Cora Reilly [Cora Reilly]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Hope Edizioni
pubblicato: 2019-11-28T23:00:00+00:00


***

Venti minuti dopo ero in auto con Enzo e stavo tornando a casa.

Non appena ci fermammo davanti al cancello, la mia attenzione fu catturata da un uomo che si trovava dall’altro lato della strada.

Sobbalzai per la sorpresa: era Frank.

Capitolo 14

Frank? Avrei riconosciuto la sua chioma rossa e la sua statura esile ovunque. Enzo si voltò verso di me, ma distolsi lo sguardo dall’amante di Antonio prima che se ne accorgesse. Cosa ci faceva lì? Avrebbe dovuto sapere che non era saggio aggirarsi nei dintorni della casa di un membro della mafia, soprattutto intorno a quella del Capo dell’Organizzazione. Tuttavia Frank non sapeva chi fosse Dante, a meno che Antonio non avesse rivelato al suo amante più di quanto sapessi.

Cercai di mantenere un’espressione indifferente mentre imboccavamo il vialetto, ma non ero sicura di esserci riuscita. Enzo aveva capito che qualcosa non andava perché continuava a lanciarmi delle occhiate. «Grazie per essere passato a prendermi» dissi, scendendo dall’auto non appena entrammo nel garage. Una volta in casa andai al piano di sopra, in una delle stanze degli ospiti che si affacciava sulla strada ma, quando guardai dalla finestra, Frank era scomparso.

Dovevo trovare un modo per mettermi in contatto con lui e scoprire cosa voleva, ma come?

Non potevo più lasciare casa senza protezione e non sapevo nemmeno dove vivesse Frank, ma avevo la sensazione che si sarebbe fatto rivedere presto. Doveva esserci qualcosa di cui voleva parlarmi. E se avesse voluto minacciarmi?

Grandioso! Dante mi stava rendendo paranoica. La prossima volta avrei trovato un modo per sgattaiolare fuori casa e parlargli.

Qualcuno bussò alla porta, spaventandomi. Quando si aprì, vidi Gaby. «La cena è pronta» disse con tono sommesso. «Il signor Cavallaro ti sta aspettando.»

«Non poteva dirmelo lui stesso?»

Gaby arrossì. «Mi dispiace. Ha mandato me.»

Le sfiorai una spalla quando le passai accanto. «Non preoccuparti. Non è colpa tua.»

Mentre scendevamo le scale rimase sempre due passi indietro. Prima di entrare nella sala da pranzo mi voltai. «Non devi camminare dietro di me. Stammi pure accanto, Gaby.»

Annuì prima di scomparire nell’area della casa riservata allo staff. Con un sospiro, entrai in sala da pranzo. Dante era seduto al solito posto. Attraversai la stanza e andai verso di lui. Il mio piatto era stato sistemato dall’altra parte del tavolo, proprio come le altre sere. Mi fermai accanto al mio posto, ma senza sedermi. «Perché devo stare così lontano da te?»

Dante inarcò un sopracciglio. «Sei arrabbiata?»

«Certo che lo sono. Non voglio che ci comportiamo come sconosciuti durante i pasti. Non cerchi di mantenere tutta questa distanza quando mi scopi.» Quella parola mi fece venire i brividi, ma non mi tirai indietro.

Gli occhi di Dante divennero due fessure, sempre pronti a pensare alla mossa successiva. «Non sono stato io a insistere per fare sesso. Se ricordo bene, sei stata piuttosto ostinata a riguardo.»

Non riuscivo a credere che si stesse comportando come se non gli fosse piaciuto. Forse non avevo esperienza, ma sapevo che stava mentendo. Presi il piatto e le posate e le trascinai nel posto accanto a Dante con troppa forza, facendole tintinnare.



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