Maigret - Il ladro di Maigret by Georges Simenon

autore:Georges Simenon [Simenon, Georges]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Maigret, giallo, narrativa
editore: Bandinotto
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

7

Quando Maigret fece ritorno al Vieux-Pressoir, gli altri avevano unito tre tavoli e stavano cenando tutti insieme. Carus, vedendolo, si alzò e gli andò incontro, tenendo in mano il tovagliolo a quadri.

«Spero che vorrà essere dei nostri...».

«Non si offenda, ma preferisco mangiare per conto mio».

«Teme forse di mettersi a tavola con qualcuno che, prima o poi, sarà costretto ad arrestare?».

Lo guardava negli occhi.

«Perché è molto probabile che l’assassino della povera Sophie si trovi fra noi, stasera, non è vero?... Pazienza!... Come vuole... Ma almeno venga più tardi a prendere l’armagnac insieme a noi...».

Bob lo aveva accompagnato al tavolo, nell’angolo accanto alla porta girevole, per poi andare a ordinare le capesante e l’anatra all’arancia che Rose aveva raccomandato.

Li vedeva di scorcio, allineati su due file. Era evidente che Carus era il personaggio di spicco. Il suo comportamento, il modo di atteggiarsi, i gesti, la voce, lo sguardo, erano quelli di qualcuno conscio del proprio valore e della propria superiorità.

Ricain non sembrava entusiasta di essere seduto davanti a lui e interveniva di malavoglia nella conversazione. Dramin, da parte sua, era in compagnia di una giovane che Maigret non aveva mai visto, piuttosto scialba, poco truccata, vestita semplicemente, che, come gli disse più tardi Bob, lavorava in una sala di montaggio.

Maki mangiava molto e beveva forte, guardando ora l’uno ora l’altro dei suoi amici e rispondendo con un grugnito alle domande che gli venivano rivolte.

Era Huguet, il fotografo, a fare spesso da spalla al produttore. Sembrava in gran forma, e continuava a lanciare al ventre della placida Jocelyne degli sguardi da proprietario soddisfatto.

Era impossibile, da lontano, seguire la conversazione. Eppure, da brandelli di frasi, da esclamazioni, dalle espressioni dei volti, Maigret riusciva più o meno a ricostruirne il senso.

«Vediamo a chi tocca adesso...» aveva detto, pressappoco, il fotografo buontempone.

E il suo sguardo in quel momento era rivolto verso il commissario.

«Ci osserva... Ci analizza... Ora che ha ottenuto tutto quel che poteva da Francis, se la prenderà con qualcun altro... Se continui a fare quella faccia schifata, Dramin, toccherà a te...».

Qualche avventore solitario, osservandoli da lontano, invidiava la loro allegria. Carus aveva ordinato champagne, e due bottiglie erano in fresco nei secchielli d’argento. Ogni tanto Bob in persona si accostava al tavolo per riempire le coppe.

Ricain beveva molto. Beveva più di tutti gli altri, e non sorrise nemmeno una volta alle battute del fotografo, non sempre di buon gusto.

«Cerca di assumere un’aria naturale, Francis... Ricordati che l’occhio di Dio ti scruta...».

Era Maigret il bersaglio. Chissà se altre sere, quando si riunivano, erano più divertenti...

Carus faceva del suo meglio per aiutare Huguet ad alleggerire l’atmosfera. Quanto a Nora, scoccava ora all’uno ora all’altro gelide occhiate.

In fin dei conti era una cena lugubre, e tutti mancavano di spontaneità, forse anche perché tutti erano condizionati dalla presenza del commissario.

«Scommetto che un giorno ne ricaverai un film, che sarà prodotto naturalmente dal nostro buon amico Carus... Va sempre a finire così con le tragedie...».

«Vuoi chiudere il becco?».

«Scusami... Non sapevo che tu...».

Ma era ancora peggio quando sulla tavolata calava il silenzio.

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