Maigret - Maigret e il Signor Charles by Georges Simenon

autore:Georges Simenon [Simenon, Georges]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Maigret, gialli, narrativa
editore: Bandinotto
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

VI

Maigret seguiva i quais guardando vagamente la Senna, la pipa in bocca, le mani in tasca, e non aveva l’aria di essere di buonumore. Non poteva fare a meno di avere cattiva coscienza. Si era mostrato duro, quasi spietato con Nathalie eppure non aveva nessuna animosità contro di lei. Oggi soprattutto. Era disorientata, incapace di sostenere il suo ruolo fino in fondo, e all’improvviso era crollata.

Sentiva bene che non aveva fatto la commedia, che era alla fine delle sue forze. Aveva fatto ugualmente il suo mestiere, in coscienza, e se aveva manifestato una certa crudeltà, era perché era convinto che fosse necessario. D’altronde, il medico, che la conosceva da molto tempo, non era stato meno duro di lui.

Adesso, la donna dormiva profondamente, sotto l’azione dell’iniezione. Ma quando si fosse svegliata? Non c’era che una persona, nel grande appartamento, che le era devota, Claire Marelle, la sua cameriera. Ed era stato così per quindici anni. La cuoca, Marie Jalon, che aveva quasi allevato Gérard Sabin-Levesque, l’aveva sempre considerata come un’intrusa. Honoré, il maggiordomo, guardava con disgusto le bottiglie che sfilavano. C’era una domestica, che veniva tutte le mattine, una certa signora Ringuet, e Maigret sospettava che fosse anche lei del clan di Gérard.

Il notaio era di quelli che conservano per tutta la vita qualcosa di infantile, e a cui, per questo, si perdona tutto. Dei bambini, aveva conservato un egoismo innato, insieme a un certo candore. Prima del matrimonio, conduceva già la vita che avrebbe ripreso poco dopo. Nel suo studio di notaio, era “l’enfant prodige” a cui tutto riusciva. E, quando gliene veniva la voglia, la sera, diventava il signor Charles. Lo conoscevano nella maggior parte dei cabarets dei dintorni degli Champs-Elysées. A questo proposito, c’era qualcosa di strano. Non si trovavano le sue tracce a Saint-Germain-des-Prés, né a Montmartre. Non andava a caccia, per così dire, che in un perimetro determinato, il più elegante, il più snob. Quando lo vedevano, i portieri gallonati gli dicevano rispettosamente, con una punta di familiarità: “Buonasera, signor Charles...”.

E, per tutta una parte della notte, restava il signor Charles, un uomo esternamente giovane, che sorrideva a tutti e distribuiva delle grosse mance. Le entraîneuses, dal canto loro, lo osservavano domandandosi se sarebbe stato il loro turno. Ogni tanto offriva una bottiglia di champagne a qualcuna di loro. Altre volte le portava con sé e il padrone non osava protestare. Un uomo contento. Un uomo senza problemi. Gli piaceva la disponibilità delle professioniste e, quando andava a passare qualche giorno con loro, si divertiva ad aiutarle nei piccoli lavori di casa. Non cercava certamente di sposarsi. Non sentiva il bisogno di avere una donna che abitasse nel suo appartamento. Eppure aveva sposato Nathalie. Con lui, aveva recitato la parte della dolcezza e della docilità e anche della debolezza femminile? Era probabile. Sulla foto del passaporto, aveva l’aspetto commovente della ragazzina fragile. Si metteva sotto la sua protezione. Gli dava l’impressione di essere un uomo forte... Si era sposata in bianco, come una vera fanciulla, e entrando nella casa del boulevard Saint-Germain, era rimasta strabiliata.

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