Maresca Catello - Neri Francesco - 2012 - L'ultimo bunker: La vera storia della cattura di Michele Zagaria, il più potente e più feroce boss dei Casalesi by Maresca Catello - Neri Francesco

autore:Maresca Catello - Neri Francesco
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Social Science, Criminology
ISBN: 9788811137290
editore: Garzanti
pubblicato: 2012-11-20T23:00:00+00:00

ZI’ MICHELE NON È CONTENTO

Non c’è solo una camorra che spara, ma anche una che pensa. Non solo un braccio armato, violento, sanguinario, ma anche una mente sottile, raffinata, attenta. La prima rozza e grossolana, la seconda subdola e insidiosa. La prima che puntella la seconda se gli affari non vanno come previsto dal boss.

Ma è sempre la stessa organizzazione criminale, articolata in un’ala militare e in una imprenditoriale. È impossibile distinguere la prima dalla seconda. Sangue e cemento: le due facce della stessa medaglia. Forse è questo tipo di struttura che caratterizza il clan dei Casalesi, forse è l’aspetto imprenditoriale che rende la camorra casertana diversa da altri clan campani, forse è la capacità di fare grossi affari col cemento, e con la mozzarella di bufala, che rende questa camorra tipica del triangolo Casal di Principe, Casapesenna, San Cipriano d’Aversa molto pericolosa. Ancora più pericolosa grazie a un radicato consenso sociale, dovuto proprio alla capacità di questi clan di fare impresa: un’impresa sporca e criminale dietro una facciata pulita e insospettabile, grazie al denaro lavato e reinvestito.

Per questi motivi non è sbagliato parlare di mafia casertana. Che ha, tra le sue caratteristiche principali, la grande capacità di immettere nel mercato legale capitali di origine illecita. Può capitare che imprese pulite, talvolta usate per riciclare denaro sporco, abbiano difficoltà d’accesso al credito per mancanza di garanzie e siano costrette a ricorrere a capitali di origine illecita attraverso l’usura. Può capitare che questo processo si concluda con l’acquisizione da parte della mafia dell’impresa che non riesce a pagare il prestito usuraio.

«Zi’ Michele non è contento… Mica o vulimm fa piglia’ collera!» Questa frase, semplice e chiara, fa calare il gelo al tavolo delle trattative. Non contiene minacce. In apparenza. Eppure mette i brividi. Non viene pronunciata con la pistola puntata contro i presenti. Eppure fa paura. Tanta paura. Perché allude alla volontà di zio Michele.

Ovvero Michele Zagaria, il capo indiscusso del clan dei Casalesi. Un uomo capace di infiltrarsi negli appalti, pubblici e privati, del Lazio, della Toscana, dell’Umbria e dell’Emilia-Romagna. Un uomo capace di egemonizzare il territorio delle ’ndrine calabresi con la fornitura di grandi quantità di cemento. Un uomo che incute terrore perché si è macchiato di delitti efferati. Chi siede a quel tavolo sa benissimo di cosa è capace Zi’ Michele…

Provo a descrivere la vicenda paragonandola a un incontro d’affari tra manager esperti. Si sta discutendo della spartizione dei lavori legati all’appalto della TAV, la linea ferroviaria dell’alta velocità da Gricignano a Napoli. Per rappresentare i Casalesi siede al tavolo un uomo alto, distinto, elegante. Molto elegante.

Qualche tempo dopo scopriremo il suo armadio, composto da centinaia di capi di alta moda, degni delle più grandi boutique internazionali. Più di 70 paia di pantaloni, più di 60 maglioni, più di 60 camicie e alcuni cappotti di cachemire sono solo una parte del suo guardaroba. Le sciarpe e le cinture sono degne del più assortito atelier milanese. Nel corso delle attività di contrasto patrimoniale al clan Zagaria scegliemmo di sequestrare

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