Mathematica by David Bessis

Mathematica by David Bessis

autore:David Bessis [Bessis, David]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza


L’arte di raccontare la matematica

Naturalmente vi metterò a parte della tecnica appresa da Serre, ma devo innanzitutto spiegarne il contesto.

Prima che dei nuovi risultati matematici vengano scritti e pubblicati, di solito sono presentati a voce in occasione di seminari e conferenze.

Mi è sempre piaciuto fare conferenze di matematica. Il format incute timore, soprattutto quando si è alla lavagna: di solito dura un’ora, siete da soli con il gesso in mano, davanti a un pubblico di specialisti che vi guardano impassibili e vi interrompono liberamente con le loro domande. Non c’è molto spazio per i bluff. È proprio questo l’aspetto piú esaltante.

Ricordo molto bene la mia prima presentazione da ricercatore: era il 1997, a Cambridge, presso il Newton Institute. Ero un dottorando ed ero assolutamente terrorizzato. Per combattere la mia insicurezza, ho scelto di impostare la presentazione al livello piú elementare possibile, il che ha richiesto una grande preparazione. Ho cercato un modo per raccontare la storia con le immagini mentali piú semplici e le sequenze piú naturali.

Stavo cercando di fare in qualche modo una presentazione che riducesse al minimo l’energia mentale, la mia e quella del pubblico. La metafora giusta è quella dell’arrampicata in falesia: per scalare una falesia, bisogna trovare una via e una sequenza di gesti che quasi non richiedono sforzo. Ci si riesce solo se ci si sente a proprio agio. Se la via diventa troppo dura, ci si può fare molto, molto male.

Quella presentazione è stata una vera e propria rivelazione. Mi sono reso conto che spiegando agli altri potevo capire esattamente i risultati ai quali ero arrivato. È un fenomeno ben noto ai matematici, che l’hanno fatto diventare un proverbio: l’unica utilità delle lezioni di matematica è che permettono al docente di capire cosa ha pensato.

Il modo migliore per capire la mia matematica è immaginare di doverla spiegare a dei principianti. Facendo un po’ la parte dello stupido tra me e me, finisco per trovare il modo di presentare i risultati come se fossero del tutto evidenti.

Questo approccio minimalista è diventato il mio stile di presentazione, in contrasto con lo stile ermetico e la spavalderia tecnica dietro la quale molti giovani matematici amano nascondersi. All’inizio temevo che l’ingenuità delle mie presentazioni mi avrebbe giocato a sfavore. Il rischio era di non essere preso sul serio. È successo il contrario. Piú le mie presentazioni erano semplici, piú la gente pensava che fossi intelligente.

Un giorno dovevo tenere una conferenza al seminario di Chevalley sulla teoria dei gruppi che si teneva a Parigi.

Non avevo molti nuovi risultati da presentare, ma è stata un’opportunità per rendere la mia presentazione ancora piú semplice del solito. Quando sono arrivato in aula erano presenti circa 15 ricercatori; c’erano anche alcuni studenti seduti in fondo. Pochi minuti prima dell’inizio della presentazione, Serre è entrato e si è seduto in seconda fila.

Ero molto felice di averlo tra il pubblico, ma l’ho subito avvertito che avrebbe potuto trovare la presentazione poco interessante, perché si trattava di un intervento di divulgazione dove avrei spiegato alcune cose davvero basilari.



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