McCourt Frank - 2005 - Ehi, prof! by McCourt Frank

autore:McCourt Frank [McCourt Frank]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788845974076
Google: tAM8AwAAQBAJ
Amazon: B00OHYWNGE
editore: Adelphi
pubblicato: 2006-12-14T23:00:00+00:00

11

Ho trentotto anni, dieci di insegnamento alle spalle, e se dovessi darmi un giudizio direi: ce la stai proprio mettendo tutta. Ci sono professori che insegnano e se ne fregano dell’opinione che hanno di loro gli alunni. L’importante è la materia. Sono professori potenti. Dominano la classe con la loro personalità rinforzata dalla grande minaccia: la penna rossa che segna sul registro la temuta insufficienza. Il messaggio che mandano agli studenti è io sono il professore, non l’assistente scolastico, né un confidente, né babbo e mamma. Io insegno una materia: prendere o lasciare.

Spesso mi dico che dovrei essere un insegnante duro e disciplinato, organizzato e con le idee chiare, un John Wayne della didattica, un maestro irlandese con la verga o la cinghia in mano. I duri elargiscono la merce per una quarantina di minuti. Ragazzi, digerite la lezione e siate pronti a vomitarla il giorno dell’esame.

Certe volte scherzo: Porca vacca, moccioso, mettiti seduto lì zitto e buono sennò ti rompo la testa. Loro ridono perché lo sanno benissimo. Che forza, il prof, eh? Quando faccio il duro mi ascoltano educatamente finché il raptus non mi passa. Lo sanno.

Io non vedo la classe come un insieme compatto che sta lì ad ascoltarmi. Le facce sono tante e mostrano tutte un diverso grado di interesse o di indifferenza. È l’indifferenza che mi sprona. Perché quello stronzetto parla con lei quando dovrebbe dare retta a me? Scusa, James, ma qui stiamo facendo lezione.

Sì sì.

Ci sono momenti e sguardi. Magari i ragazzi sono troppo timidi per dirti che è stata una bella lezione, ma ormai lo capisci dal modo in cui escono dall’aula e da come ti guardano se è andata bene o se finirà nel dimenticatoio. Gli sguardi d’approvazione ti scaldano il cuore sulla metropolitana del ritorno.

Al di là di cosa succedeva in aula, vigevano comunque le regole dettate dai soprintendenti alle scuole superiori di New York:

Gli studenti devono parlare a bassa voce. Non devono gironzolare né per l’aula né per i corridoi. È impossibile imparare qualcosa in un ambiente rumoroso.

L’aula non deve diventare un campo di gioco. In aula non si tirano oggetti. Se uno studente vuole fare o rispondere a una domanda deve prima alzare la mano, senza gridare. Se gli studenti si mettessero a gridare potrebbe scoppiare un pandemonio e ciò farebbe una brutta impressione sugli ispettori del Provveditorato di Brooklyn o sugli educatori forestieri in visita.

Il permesso di andare al bagno va concesso con estrema parsimonia. Tutti sanno che gli studenti ne approfittano. Può capitare che uno studente del primo piano venga scoperto a un altro piano a sbirciare dal vetro dell’aula in cui si trova la ragazza di cui si è appena innamorato, che a sua volta lo guarda con aria sognante. Episodi di tal genere non vanno tollerati. Certi ragazzi si danno convegno nel seminterrato o sulle scale, dove vengono scoperti da zelanti vicepresidi che li mandano dal preside e avvertono i genitori. Altri si imbucano a fumare in vari posti segreti. Ma il permesso per andare al bagno va usato per quello e nessun altro scopo.

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