Memoranda by Antonella Tarpino

Memoranda by Antonella Tarpino

autore:Antonella Tarpino [Tarpino, Antonella]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-03-14T12:00:00+00:00


Tesi e antitesi cosí piemontesi di vite cosí legate, ci sono i sanssôssí e i duri: cosí simpatici, «geniali equilibristi» i primi, avventurosi, incapaci di pedanterie. Come il papà Bartolomeo che nel 1848, a Cortemilia, quasi senza rendersene conto, in un banco dell’aula di scuola (ancora un banco di scuola!) si mette a cantare, alzandosi in piedi, un ritornello imparato da quelli di Alba:

Metternich quel gran macaco

lo vogliamo fucilar

sí fuci-lar

sí fu- ci-làaar!

Cantò fuori tempo, forse quindici giorni prima non ci sarebbero stati incidenti. Cantò, come molti uomini del Risorgimento, piú di Gioberti e Mazzini, la retorica nobile e inoffensiva di una residua Arcadia provinciale (quel «macaco» la dice lunga), commenta il figlio Augusto: eppure quanto poté quella retorica sui giovani di allora! E poi, al contrario dei sanssôssí, ci sono quelli cosí «incomodi», sempre «oculati, pignoli, severi i Quintini Sella con le loro tasse sul macinato, i fanatici del bilancio in pareggio», come lo zio Pietro di Augusto Monti, sempre a fare i conti anche nelle case non sue, a distruggere i sogni del fratello, a costringere il nipote a lavorare ai docks di Porta Susa per coprire i debiti…

La tesi e l’antitesi, Bartolomeo e Augusto, papà e lui: il sanssôssí, poetico e fuori luogo, e il duro, umanista e calvinista. Quello del «leggere, costruire, scivolare, rialzarsi e tornar a prendere il passo alla Vittorio Alfieri»14 (che non poteva mancare). Ma forse Augusto Monti, in un certo senso «papà» e guida della sua «banda» di allievi, è andato al di là di questa polarità – come osserva Mila – offrendo una sintesi che non si lascia imbrigliare del tutto in quegli opposti. In mezzo (azzardo) c’è la storia civile che si innesta sulla cronaca domestica, modula le vite, segna la durezza dei canti, dà forma ai sogni, li piega o li esalta, lí dove stai, col tuo mondo sempre in forse, nel tempo che vivi. Tutti quanti, sanssôssí e duri, coi loro pensieri sul tavolo di un bar storico, perché i tavoli sono il simbolo delle cose che contano, quelle da condividere discutendo apertamente (qualche volta sbattendo anche i pugni). E non tra maestri e scolari, o tra autorità e sudditi non liberi, ma tra allievi che possono diventare anche maestri come per Augusto Monti fu Piero Gobetti.



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