Mescalina by Mike Jay

Mescalina by Mike Jay

autore:Mike Jay [Jay, Mike]
La lingua: ita
Format: epub
editore: De Agostini
pubblicato: 2023-09-02T12:00:00+00:00


Le opere d’arte create da Witkacy “in collaborazione” con la mescalina e il peyote furono pubblicate per la prima volta dal dottor Szuman nel 1930, e nel corso del decennio successivo si susseguirono altri esperimenti, più o meno formali, che mescolarono gli obiettivi della scienza e quelli dell’arte. Tra i primi e meglio documentati ci fu quello condotto nel 1932 in Romania dal più celebre neurologo e dal più importante pittore avanguardista del paese. Agli inizi della sua carriera, Gheorghe Marinescu aveva studiato alla Salpêtrière di Parigi sotto la guida di Jean-­Martin Charcot, proprio come Sigmund Freud. Nel 1897 tornò in Romania e per lui fu creata una cattedra di neurologia clinica all’Università di Bucarest, che occupò fino a quando non andò in pensione. Nel 1898 era stato il primo scienziato a utilizzare la nuova tecnologia del cinema, registrando brevi filmati per catturare su pellicola i sintomi di disturbi neurologici come la paraplegia e l’atassia locomotoria, e ricevendo il plauso dei fratelli Lumière per un’applicazione così rivoluzionaria della loro invenzione. Aveva ormai settant’anni quando la mescalina gli si presentò davanti con la promessa di una nuova tecnologia in grado di far luce sugli oscuri meccanismi del cervello.

Marinescu invitò a partecipare ai suoi esperimenti diversi artisti dagli stili del tutto differenti.20 Il primo fu Cornelius Michailescu, che nella scena artistica rumena occupava un posto simile a quello che Marinescu poteva vantare nella neurologia. Anche lui aveva preferito lasciare il paese agli inizi della carriera, nel suo caso recandosi a Zurigo, dove aveva lavorato con dadaisti come Tristan Tzara. Tornato in patria, fu il primo rumeno ad avventurarsi in territorio cubista, anche se non si legò mai a un singolo movimento e il suo stile, pur presentando elementi espressionisti e surrealisti, restò sempre caratteristico. Quando Marinescu gli iniettò 330 milligrammi di solfato di mescalina chiedendogli di parlare e disegnare in risposta a una serie di stimoli, Michailescu aveva quarantacinque anni ed era al culmine della sua carriera.

Marinescu aspettò per due ore che la droga facesse pienamente effetto, e a quel punto tirò fuori un grammofono; ascoltando la musica, Michailescu descrisse «visioni dinamiche, arabeschi spuntati fuori dalla semioscurità». Le note del compositore romantico russo Michail Glinka gli stimolarono una visione di «forme vaghe dai toni opalescenti, una cascata e una roccia», il tutto tratteggiato come un disegno ad acquerello. Un minuetto di Ignacy Jan Paderewski generò arabeschi e sensazioni sgradevoli come tremori e nausea; una rumba, invece, evocò «arte africana, fiori e animali esotici».21 L’odore del creosoto gli procurò visioni dai toni marroncini, quello dell’alcol la sensazione di essere in viaggio; un altro medico presente nella stanza gli sembrò uno scimpanzé. A questo punto dell’esperimento, la musica generava ormai bagliori di un blu elettrico e risate prorompenti, e il profumo di mughetto gli dava sensazioni voluttuose. Quando le visioni cominciarono a diradarsi, Michailescu iniziò a dipingerle; l’ocra gli appariva come madreperla. «Durante tutto l’esperimento», scrisse Marinescu, «il soggetto ha mostrato una marcata tendenza all’introspezione. Era consapevole di essere sotto l’effetto di un’intossicazione ma non riusciva ad allontanare i fenomeni da essa generati.



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