Messaggio per un pesciolino che ha sempre sete by Anthony De Mello

Messaggio per un pesciolino che ha sempre sete by Anthony De Mello

autore:Anthony De Mello [De Mello, Anthony]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religion, Christianity, General
ISBN: 9788858515464
Google: IVouDAAAQBAJ
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2016-06-14T00:00:00+00:00


Le false credenze portano alla morte

Un mio amico gesuita in Messico mi ha raccontato di una credenza diffusa tra i nativi in una zona di questo paese: ritengono che chi entra in contatto con un certo tipo di pietra sia destinato a morire. Ne sono proprio convinti. Ora, un ragazzo correndo aveva toccato quel sasso maledetto. Si precipitò dal sacerdote e gli disse che sarebbe morto. L’uomo rispose: «Oh, è una superstizione. Non ci credo». La notte la madre del giovane andò dal prete dicendogli: «Padre, venga per l’estrema unzione».

Lui disse: «È solo superstizione. Non incoraggiarlo, altrimenti morirà davvero. Sarà una profezia che si realizza solo perché annunciata. Sono tutte stupidaggini». E così non andò. Il mattino dopo il giovane morì. Era letteralmente morto. Era convinto che sarebbe morto, e così era stato.

Ci sono studenti in alcune culture e comunità che prendono così sul serio gli esami, che in caso di bocciatura si suicidano. Conosco gente che non supera una prova e dice: «È andata male, ma non importa». Invece, per altri, è una questione di vita o di morte. Perché queste reazioni così diverse?

Chi ha ucciso quella persona? L’esame? Il fallimento? Che cosa ne pensate? Che cosa direste? La sua reazione, vero?

Pensate al tipo che è stato allontanato dalla sua tribù in Africa. Immaginate se dicessi al giudice: «La sentenza lo ha ucciso». Ma non è così, non è l’esilio il responsabile, ma la credenza nel suo potere, la sua cultura, il suo indottrinamento, la sua programmazione.

È stata la pietra a uccidere il ragazzo? Oh, assolutamente no. Piuttosto il fatto che lo ritenesse possibile, la sua programmazione. Ora applichiamo questo concetto alla vita quotidiana. Quando lo facciamo provochiamo un effetto devastante, esplosivo. Potreste impazzire di felicità per sempre, davvero. Voglio invitarvi a provare, a raggiungere un po’ di tregua.

Vi darò un esercizio per riuscirci, e alcuni di voi sperimenteranno questa felicità proprio ora.

Qualcosa vi ha turbato. Avete sentito questa espressione? Qualcosa vi ha turbato. È così che ci esprimiamo. Ma non c’è niente che vi sconvolge. Il modo giusto di parlare sarebbe: «Ho sconvolto me stesso in occasione di qualcosa», ma nessuno si esprime così. Voi dite: «Tu mi hai fatto soffrire». No. «Il tuo comportamento ha provocato in me sofferenza.» Odiamo queste frasi, vero? Ci piace rendere il mondo responsabile, o la gente responsabile, o la vita responsabile, o Dio responsabile: «Tu l’hai fatto». Siete voi responsabili.



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