Microfilosofia del cinema by Paolo Bertetto

Microfilosofia del cinema by Paolo Bertetto

autore:Paolo Bertetto
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2022-10-19T18:30:20+00:00


LA NARRAZIONE FILMICA, IL MONTAGGIO E IL DIVENIRE COMPLESSO

Nel film, quindi, il divenire narrativizzato appare generalmente non nella forma del piano sequenza e del segmento registrato in continuità, ma nella forma del tessuto variato costituito di discontinuità, che il montaggio rende a sua volta continuo, come un mosaico di differenti momenti temporali trasformati e modificati dall’editing. Il divenire filmico realizzato dal montaggio è un divenire complesso. Il lavoro del montaggio è infatti doppiamente funzionale alle esigenze di costruzione dell’intrigo, in quanto permette alla materia visibile di delinearsi secondo le esigenze narrative. D’altronde, una funzione combinatoria (e quindi di montaggio) è ovviamente attiva anche nella configurazione narrativa degli eventi che deve selezionare, distribuire e ordinare lo sviluppo dell’intrigo. Il montaggio, anche se spezza la ripresa in continuità e quindi la registrazione del divenire, contribuisce a costituire un altro modo di costruzione del tempo e dunque del divenire, che non è legato alla mera durata, ma ricompone la temporalità attraverso una pratica di concettualizzazione, di simbolizzazione.

La riorganizzazione del tempo che effettua la narrazione è infatti una riconfigurazione concettuale. Il tempo viene ricondotto alla sua plasmabilità e diventa uno strumento in mano a quella forma particolare, debole, di simbolizzazione che è la costruzione narrativa dell’intreccio.

La riorganizzazione narrativa del tempo implica infatti che il tempo sia ridefinito e giostrato in funzione della distribuzione significante degli eventi e delle componenti. I materiali vengono selezionati e collocati in rapporto alla loro funzione narrativa e quindi come entità significanti da inserire in un processo di produzione di senso. Il loro tempo è insieme legato alla costruzione di momenti selezionati e alla delineazione di una trama simbolica correlata alla configurazione narrativa. Il tempo è astratto a un diagramma simbolico funzionale alla narrazione prima di ridiventare continuità nuova costruita da accumulazioni di microdifferenze. In una certa prospettiva, la particolarità complessa del tempo nel testo narrativo delinea una temporalità del film che è fortemente innovativa e sicuramente differente rispetto al mondo e che va studiata in quanto tale, anche a prescindere dalle eventuali equivalenze del tempo fenomenico, evocate a proposito del piano sequenza. Il tempo che la costruzione dell’intrigo e la messa in scena producono è infatti un tempo particolare, che non è durata pura, ma organizzazione simbolica della temporalità. Si usa qui il termine di simbolico e di simbolizzazione in rapporto ai concetti di Ricœur di simbolo come senso nascosto o multiplo e quindi tessuto di significazione mediato14. Il tempo, nel film, appare quindi come il risultato di un doppio lavoro di riconfigurazione: innanzitutto la riconfigurazione narrativa e poi la riconfigurazione legata alla messa in scena, alla scrittura filmica.

Il tempo è dunque riorganizzato in funzione della costruzione dell’intrigo. Una serie di eventi è situata nel tessuto del racconto con una durata particolare, dei tempi morti, dei tempi cancellati e, alla fine, delinea un orizzonte del tempo nuovo, che rielabora la durata pura in funzione di esigenze simboliche: certi eventi vengono narrati e altri correlativamente vengono ignorati, certi eventi sono narrati più ampiamente, altri vengono soltanto accennati. Abitualmente, e soprattutto



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