mindplayers by pat cadigan

autore:pat cadigan [cadigan, pat]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: fantascienza
pubblicato: 0100-12-31T23:00:00+00:00

FANDANGO

"Ma se avessi deciso di dedicarti alla vendita di nevrosi, che cosa avresti fatto per rilassarti?" chiese Fandango. Si aggirava nel mio appartamento in una delle sue numerose tenute nevrotiche. Quella settimana era bianca come un cadavere e rivestita di una lanugine sottile. Lo chiamava il Pargolo petulante; a me, sembrava di più qualcosa tratto dall'Invasione dei bambini giganti.

"Eh?"

"I nevrotici non dovrebbero mai dedicarsi alla vendita di nevrosi. Serve soltanto a consolidare i loro problemi."

"E io sono nevrotica?"

"Certo che sei nevrotica. Tutti voi cercatori di pathos siete nevrotici. Dovete esserlo per forza. Continuate a cercare il significato delle cose. Fa parte del vostro lavoro, naturalmente, ma è comunque una forma di nevrosi."

"E che mi dici di te? Tu non sei nevrotica?"

Scrollò le spalle. "Oh, certo. Ma per me è diverso. Sono immersa nella nevrosi come se fosse una forma d'arte, come tutti i venditori di nevrosi. Puoi dire onestamente di riuscire ad apprezzare la nevrosi come forma d'arte?"

"No."

"Vedi, ecco perché la venditrice sono io. Tu sei incastrata nella ricerca di pathos a meno che non lasci perdere, ma non puoi lasciar perdere. Sei sotto contratto finché non recuperi quello che NN ha investito nel tuo addestramento, più un profitto del venti per cento. Quella fantastica vacanza che ti sei presa con Lindbloom è inclusa nel conto, lo sai bene."

Non lo sapevo. O piuttosto, non avevo letto con sufficiente attenzione il contratto, ma non era molto importante per me. Dopotutto, non avevo un posto migliore dove andare.

Fandango saltò su dal pavimento dov'era rimasta acciambellata come un nodo da velista e si digitò un'altra birra di betulla.

"Vuoi niente?"

Sollevai il mio bicchiere per mostrarle che ero arrivata appena a metà.

"Sei la prima che conosco a essere stata assunta dalla vecchia volpe appena uscita dall'istituto. Tutti gli altri, qui, hanno fatto anche qualche anno di pratica privata. Eri una bambina prodigio al J. Walter?"

"No" risposi, ridendo un po'. "Non io."

"Ah!" Fandango barcollò, facendo tintinnare i cubetti di ghiaccio. "Allora era lui il bambino prodigio."

"'Lui'?'Lui'chi?"

Fandango sbatté gli occhi. Pietre di luna: non sembravano davvero sue. "Chiunque abbia lasciato un marchio così indelebile sulla tua vita. O forse lei, scusami. "

Marchio indelebile: si poteva anche dire così. "Mi dispiace, non mi ero resa conto che fossimo passati da una discussione sulla mia assunzione a… qualcosa di completamente diverso. Avevi ragione la prima volta. Lui. Sì, era un 'lui'. Un prodigio."

"So cosa vuoi dire, sto seguendo la conversazione. Dopotutto, l'ho iniziata io." Si lasciò cadere sul divano vicino a me. "Allora raccontami: è stato lui la ragione per cui hai cominciato con il mindplay?"

Risi di nuovo, scuotendo la testa. "No, non lui."

Il sorriso di Fandango diventò più ampio. "Oltraggioso, Sfinge. Un altro. Eri così infoiata?"

"Oh, no, non io*

Assunse un'aria sorpresa. "Be', allora, chi?"

"Chi cosa?"

"Chi era l'infoiata allora?"

Scoppiai a ridere. "Nessuno, non c'era nessuno così, Fandango" risposi, quando smisi di ridere.

Si ritrasse un po', guardandomi con le sopracciglia aggrottate. "Che cosa c'è che non va in te?"

"Non so cosa vuoi dire."

"Hai bisogno di una vita, Sfinge. Ehi, guarda che roba: è la seconda volta che ti chiamo così.

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