Miti, Matti e Meteore: del calcio europeo (Italian Edition) by Remo Gandolfi

Miti, Matti e Meteore: del calcio europeo (Italian Edition) by Remo Gandolfi

autore:Remo Gandolfi [Gandolfi, Remo]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2020-03-11T04:00:00+00:00


GORDON BANKS

Il destino in quel sorpasso

«Ero convinto che Jairzinho non avrebbe fatto in tempo a raggiungere quel pallone. Ma soprattutto ero convinto che se anche ci fosse riuscito non avrebbe potuto fare altro che mettere una palla rasoterra sul primo palo dove stava arrivando Tostao. Per questo motivo feci quel passo in avanti per andare a coprire proprio quella zona. Quando invece vidi passarmi il pallone sopra la testa e con un perfetto arco andare verso il secondo palo mi girai, sperando con tutto il cuore che in quella zona non ci fosse nessun calciatore del Brasile. Invece uno c’era. Proprio lui, il più temibile di tutti: Pelé. Lo vidi salire in cielo e poi colpire il pallone con forza, schiacciandolo verso il basso a meno di un metro dal secondo palo, quello che avevo deciso un attimo prima che non mi sarebbe servito proteggere. “Sono troppo lontano!”, ho pensato in quella frazione di secondo. Ma mi sono tuffato lo stesso, allungandomi più che potevo e riuscendo a toccare con la punta delle dita la palla in qualche modo. Ero sicuro, ma proprio sicuro, che la palla si sarebbe infilata sotto la traversa. Quando l’ho vista andare oltre quella maledetta sbarra bianca orizzontale l’unica cosa che sono riuscito a pensare è stata “Che culo che hai Banksy!”. Pelé aveva già alzato le braccia per festeggiare il gol… e un attimo dopo ho visto Tostao mettersi le mani nei capelli. In quel momento ho capito che non doveva essere stata una brutta parata».

È il 7 giugno del 1970.

A Guadalajara si gioca la seconda partita del girone di qualificazione della Coppa Rimet. Di fronte i campioni in carica dell’Inghilterra e il Brasile di Pelé, Rivelino, Tostao & Co. una delle favoritissime per la vittoria finale. La partita è equilibrata e il risultato è ancora inchiodato sullo zero a zero.

Carlos Alberto, il terzino destro di quel grande Brasile, gioca un pallone in verticale sulla sua corsia. È un pallone calciato di esterno destro. Uno di quei palloni con il contagiri che arriva perfetto tra i piedi dell’ala destra Jairzinho. Il suo controllo di palla è eccellente. Rallenta per un attimo la sua corsa per poi accelerare improvvisamente saltando con facilità il terzino sinistro degli inglesi Terry Cooper. Nel fare questo però Jairzinho sembra portarsi un po’ troppo il pallone e la linea di fondo è ormai vicinissima. Il numero 7 del Brasile allunga la falcata e riesce a crossare un attimo prima che la palla superi la linea bianca.

È un cross perfetto, di quelli che fanno la gioia di tutti gli attaccanti. È arcuato ma non lento e arriva esattamente in corrispondenza del secondo palo, un paio di metri fuori dall’area piccola.

Quando Pelé sale in cielo a impattare quel pallone con la fronte non c’è nessuno, né all’Estadio Jalisco di Guadalajara o davanti ai teleschermi del primo campionato di calcio trasmesso a colori e in mondovisione, ad avere un solo dubbio: quel pallone finirà in fondo alla rete e porterà in vantaggio il Brasile.



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