Morti favolose degli antichi by Dino Baldi

Morti favolose degli antichi by Dino Baldi

autore:Dino Baldi [Baldi, Dino]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica umanistica
editore: Quodlibet
pubblicato: 2010-01-31T23:00:00+00:00


SELVAGGI OMICIDI

TARPEA

Armi lanciando dalle guerresche braccia, l’odiata fanciulla fecero bella con la morte.

SIMILO

Al tempo della guerra tra Roma e i sabini viveva Tarpea, la bella e giovane figlia di Spurio Tarpeo, guardiano del Campidoglio. Uscita dalle mura, come faceva sempre, a raccogliere acqua, vide un giorno Tito Tazio, il re dei sabini, che pensava al modo di vendicarsi del famoso ratto, e se ne innamorò perdutamente. Forse non si innamorò proprio del re, ma degli anelli e dei bracciali d’oro che gli brillavano al braccio sinistro, e li volle e li chiese e li implorò finché il re non accondiscese, ma col patto che lo facesse entrare di notte con tutti i suoi soldati nella rocca di Roma. Serve a poco cercare di leggere nel cuore di una giovane ragazza innamorata di re o gioielli, purché comunque arrivi giusta e rapida la punizione: entrato in Campidoglio per una porta secondaria, Tito Tazio si ricordò della promessa, e gettò su Tarpea la traditrice non solo i bracciali, ma anche il pesante scudo che portava al braccio, e lo stesso fecero i suoi compagni, finché la giovinetta non fu ricoperta di ferro e oro e rimase senza fiato.

Sul luogo della sua morte, i suoi concittadini eressero una tomba alla quale ogni anno le vestali sue compagne portavano offerte. E pensandoci bene è strano che si portino offerte sulla tomba di una traditrice della patria. Infatti Calpurnio Pisone racconta un’altra storia. La vestale Tarpea osservava dall’alto i sabini che cercavano un modo di entrare nella rocca, e ispirata dal desiderio di compiere azioni gloriose mandò a dire a Tito Tazio, il loro re, che desiderava parlargli di una cosa di estrema importanza. Quando il re si presentò e lei gli si fu avvicinata quel tanto che bastava perché potesse essere udita, gli disse che suo padre quella notte era fuori per certi affari, e che lei avrebbe potuto farlo entrare nella rocca da una piccola porta, di cui aveva la chiave. In cambio, voleva ciò che tutti i sabini portano al braccio sinistro. Tito Tazio accettò ben volentieri, e si presentò quella notte alla porta con i suoi migliori soldati. Tarpea secondo i patti lo fece entrare nel Campidoglio, e quando i sabini si furono convinti che il luogo era sicuro si fece avanti e pretese la sua ricompensa. Tito Tazio e i soldati cominciarono allora a sfilarsi i bracciali d’oro che portavano al braccio (così infatti avevano inteso la sua richiesta), ma lei obiettò che non gli interessavano i gioielli, quanto piuttosto i loro formidabili scudi, ben sapendo che senza quelli, privi di difesa, i nemici sarebbero stati facilmente preda dei romani. Fu a quel punto che Tazio, non volendo violare i patti e al tempo stesso desiderando punire Tarpea, si tolse lo scudo e lo gettò su di lei, e così fecero gli altri suoi compagni, dando alla giovinetta il suo glorioso martirio. Secondo altri addirittura Tarpea sarebbe stata la figlia e non l’amante di Tito Tazio, costretta con la violenza a tradire la propria patria da Romolo e per questo messa a morte dal feroce ma giusto padre.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.