Mossad by Michael Sfaradi

Mossad by Michael Sfaradi

autore:Michael Sfaradi [Sconosciuto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: La Nave di Teseo
pubblicato: 2020-10-03T22:00:00+00:00


***

Fortunatamente la proprietà di Jalal era abbastanza grande da poter tenere gli ospiti separati dalla famiglia. Emad, lo Zio e Atash occupavano una delle sale, mentre il Belga rimaneva nella stanza dove era stato interrogato, in modo che non parlasse con nessuno.

I due ragazzi che avevano partecipato all’evasione, invece, erano tornati a Teheran con il furgone Ducato completamente ripulito.

Magdala stava quasi sempre accanto a Emad, aveva avuto il battesimo del fuoco e avvertiva il bisogno di sentirsi protetta: quando non stava con lui si rifugiava nella cucina, il regno delle donne, dove riusciva a mimetizzarsi.

Lo Zio e il Mago cominciarono una nuova partita a sheshbesh mentre Emad era sdraiato su una branda. Lo stress accumulato, la paura che qualcosa potesse andare storto e poi l’interrogatorio fiume, avevano messo anche lui a dura prova.

Il mattino seguente il camion sarebbe partito da Yasmal con il suo carico di granaglie per poi arrivare in serata: per allora avrebbero dovuto avere tutta l’attrezzatura pronta, ma su quel fronte erano ancora a zero.

Siccome lo Zio era sempre stato con lui, Emad non si aspettava nessuna telefonata sul nuovo cellulare: ma il trillo improvviso lo fece sobbalzare. Come mai il telefono aveva la linea se a meno di dieci metri c’era il Jammer in funzione? Prese in mano il cellulare corse verso la stanza e, appena entrato, il trillo si fermò.

Emad guardò nuovamente lo schermo del cellulare e vide che lo strumento non aveva la linea, probabilmente dentro quella costruzione antica, fatta con spesse mura di pietra rinforzate con il cemento armato, anche il Jammer aveva potenza limitata.

Il Belga, anche lui sdraiato sulla sua branda, alzò lo sguardo chiedendosi cosa fosse successo, Emad gli fece un gesto per tranquillizzarlo e uscì all’esterno nella speranza che il telefono squillasse ancora. L’unico che aveva il numero, oltre a lui e allo Zio, era Apostolo 07: e se aveva chiamato c’era sicuramente un motivo.

Controllando costantemente che il telefono avesse campo, Emad attese diversi minuti cercando di immaginare il motivo della chiamata. Lo schermo si illuminò facendo vedere un numero sconosciuto e lui rispose prima ancora che partisse la suoneria.

“Buongiorno, dove vuole che il pesce venga consegnato?”

Era Apostolo 07 che aveva qualcosa di cui voleva liberarsi, ma lui non conosceva bene la zona e non sapeva dove poterlo incontrare.

“Mi richiami fra dieci minuti e le darò l’indirizzo esatto.”

Dovevano decidere un punto di incontro in zona e Jalal suggerì la stazione di servizio Talebi sulla strada numero 32, ma nessuno doveva entrarci perché all’interno c’erano le telecamere del controllo del traffico collegate con la polizia.

Quando Apostolo 07 richiamò, Emad, non senza difficoltà, riuscì a fargli capire che lo avrebbe aspettato fuori dalla stazione e non al bar all’interno. L’appuntamento era fissato dopo due ore.

Ormai il riposo era saltato, Emad decise allora di tornare nella sala e passare il tempo a guardare il Mago e lo Zio alle prese con la duecentesima rivincita, dove Atash vinceva sempre mentre lo Zio continuava a voler scoprire, senza riuscirci, quale fosse il sistema che usava per barare con i dadi.



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