Nanà (BUR) by Émile Zola

autore:Émile Zola [Zola, Émile]
La lingua: ita
Format: epub
editore: BUR Rizzoli
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

SECONDA PARTE

CAPITOLO OTTAVO

In via Véron, a Montmartre, c’era un piccolo appartamento al quarto piano. E là Nanà e Fontan avevano invitato alcuni amici per mangiare insieme la focaccia dell’Epifania. Inauguravano la casa nuova, nella quale erano andati ad abitare soltanto da tre giorni.

La cosa era avvenuta all’improvviso senza che avessero avuto prima il progetto di mettersi a vivere insieme. Il giorno dopo la sua bella bravata, quando ebbe messo fuori dalla porta così risolutamente il conte e il banchiere, Nanà sentì che tutto le crollava addosso. Con uno sguardo misurò la sua situazione: i creditori stavano per piombare nella sua anticamera, si sarebbero mescolati ai suoi affari di cuore, avrebbero parlato di vendere tutto se non fosse stata arrendevole; sarebbero state liti, interminabili seccature per disputare loro quei quattro mobili. Preferì abbandonare ogni cosa. Del resto, l’appartamento sul boulevard Hausmann la opprimeva. Era stupido vivere in quelle grandi stanze dorate. Nella sua infatuazione amorosa per Fontan, sognava una graziosa camera chiara, ritornava ai suoi antichi ideali di fioraia, quando non vedeva più in là di un armadio a specchio in palissandro e di un letto parato di reps turchino. In due giorni vendette ciò che le riuscì di portar via, gingilli, gioielli, e disparve con una diecina di migliaia di franchi senza dire una parola alla portinaia; un’evasione, una fuga, nessuna traccia. Così gli uomini non sarebbero venuti a metterlesi fra i piedi. Fontan era stato gentilissimo. Da parte sua aveva settemila franchi che consentì ad aggiungere a quelli della giovane donna sebbene tutti lo accusassero di avarizia. Così parve loro di avere un fondo solido per iniziare la vita insieme: e da questo punto di partenza, attingendo ciascuno dal gruzzolo messo in comune, affittarono e mobiliarono le due stanze di via Véron, dividendo tutte le spese da vecchi amici. In principio fu una cosa davvero deliziosa.

La sera dell’Epifania la signora Lerat arrivò per prima con Luigino. Poiché Fontan non era ancora tornato a casa, ella si permise di esprimere i suoi dubbi, perché temeva di vedere la nipote rinunciare alla sua fortuna.

– Oh, zia, l’amo tanto! esclamò Nanà stringendo con un gesto grazioso le mani sul petto.

Queste parole produssero un effetto straordinario sulla signora Lerat. I suoi occhi si inumidirono.

– Questo è vero, disse con aria convinta; l’amore innanzi tutto.

Si entusiasmò nel vedere il grazioso appartamento. Nanà le fece visitare la camera da letto, la sala da pranzo e la cucina. Diamine, non era grandioso, ma tutto era dipinto di fresco, e c’erano carte nuove alle pareti; il sole entrava allegramente.

La signora Lerat trattenne la giovane donna nella camera da letto mentre Luigino si installava in cucina con la domestica per vedere il pollo che arrostiva. Se ella si permetteva di farla riflettere, era perché Zoe era andata a casa sua quel giorno stesso. Coraggiosamente, Zoe era restata sulla breccia per devozione verso la sua signora. La signora l’avrebbe pagata più tardi, ella non si preoccupava di questo. Nel naufragio dell’appartamento del boulevard Hausmann, teneva testa ai creditori, compiva

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