Nel deserto i Tuareg by Desmond Bagley

autore:Desmond Bagley [Bagley, Desmond]
Format: epub
Tags: Action & Adventure
pubblicato: 1979-02-06T22:00:00+00:00

Byrne ci aveva portato delle provviste. Cuocemmo delle frittelle fatte di miglio e mangiammo carne fresca. Azelouane si era allontanato, tornando con una capra che ammazzò e squartò in un batter d’occhio. Restammo accampati lì tre giorni.

Il quarto giorno Byrne si allontanò dal campo e tornò a notte alta. Ci disse che Kissack era sempre nei paraggi. «Sta veramente cercando a fondo. Batte a tappeto tutti i piccoli centri, ma torna sempre a Timia. Oggi a mezzogiorno era lì, infatti.»

«Dovete fare attenzione!» dissi.

Rise. «Gli sono passato vicino a meno di due metri. Così vestito non può riconoscermi, a meno che qualcuno non glielo dica. E la mia gente non glielo dirà mai. Da loro non otterrà nemmeno un bicchiere d’acqua.» Notai un pizzico d’orgoglio quando disse “la mia gente”.

Non dubitai, nemmeno per un attimo, delle sue parole. Sarebbe stato un po’ difficile notarlo fra gli altri Tuareg, vestiti com’erano tutti di bianco e azzurro.

«C’è stato un altro corteo di gente che voleva guadagnarsi i dieci cammelli, ma si tratta in massima parte di segnalazioni fatte la volta precedente.»

«Niente di nuovo, allora.»

«No» rispose con un’alzata di spalle. «Ci rimane sempre quello sul Tassili n’ Ajjer. Voglio parlarne con Paul. Dov’è?»

«E alla guelta. Se ne sta sempre lì a fissare l’acqua.»

Lo trovammo, infatti, seduto sulla sabbia vicino alla fonte.

«Voglio parlarti, Paul» disse Byrne.

«Di che cosa?» domandò Billson.

«Tu conosci meglio di chiunque altro i particolari del volo di tuo padre, e vorrei conoscere la tua opinione su un punto. Datemi la mappa, Stafford.»

Il sole stava tramontando dietro le colline, ma c’era ancora luce sufficiente per guardare la carta. Byrne la spiegò sulla sabbia e tracciò col dito una linea immaginaria. «Questo è il percorso da Algeri a Kano. Giusto, Paul?»

«Sì, all’incirca» disse Billson dopo aver esaminato la carta.

«Non all’incirca, Paul, “è” questo.» Byrne prese un mozzicone di matita dalla borsa che portava a tracolla. «Abbiamo una sola possibilità, ed è qui.» Tracciò una croce su un punto.

Paul girò la cartina. «No» disse senza esitazione.

«Perché no?»

«Mio padre era un buon pilota e non sarebbe mai andato così fuori rotta.»

«Sono stato pilota anch’io, Paul, e so quel che dico. A che ora è ripartito da Algeri?»

«Atterrò che era già mezzogiorno passato. Non lo rifornirono subito perché il meccanico volle controllare l’aereo. Quella donna ad Algeri disse...»

«Vuoi dire Hesther Raulier?»

«Sì.»

«Allora chiamala per nome» disse Byrne, brusco. «Vai avanti.»

Paul fece dietro-front. «Hesther Raulier disse che ci fu una discussione. Mio padre voleva rifornirsi e partire immediatamente ma il meccanico si oppose.»

«Paul» intervenni «Il tempo perso a terra veniva scalato dal tempo finale?»

«No, chi arrivava prima a Cape Town vinceva.»

«Allora ogni minuto era prezioso» dissi rivolto a Byrne.

Byrne annuì. «Come finì la discussione?»

«Deve averla vinta il meccanico» disse Paul. «La do... Hesther Raulier condusse mio padre in albergo perché dormisse un po’.»

«A che ora ripartì?»

«Alle cinque del pomeriggio.»

«In quel periodo dell’anno fa buio alle sei» osservò Byrne. «Aveva una notte di volo davanti. Doveva volare basso e vedere il suolo per non andare fuori rotta.»

«Hesther Raulier disse che mio padre era preoccupato di dover atterrare a Kano di notte.

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