Nel labirinto by Margaret Weis & Tracy Hickman

Nel labirinto by Margaret Weis & Tracy Hickman

autore:Margaret Weis & Tracy Hickman [Weis, Margaret & Hickman, Tracy]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T08:26:33+00:00


Pryan

Xar era di cattivo umore. Era stato costretto a fuggire da un branco di pachidermi ciechi, dopo di che, era stato bloccato fuori da una porta da una magia che perfino un mensch aveva potuto annullare e, per finire, doveva non solo la vita, ma anche la sua dignità e il suo benessere a un drago.

Questo gli bruciava. Questo, e la consapevolezza che Haplo era riuscito a entrare in quella cittadella, mentre lui, il Lord del Nexus, aveva fallito.

«Sempre che Haplo dicesse la verità» sibilò Sang-drax.

I due si trovavano poco oltre la porta. Tre mensch, due donne e un uomo li fissavano stolidamente, più o meno come Xar si sarebbe aspettato dai mensch.

«Haplo ha detto la verità» replicò il Lord. «Io ho letto nel suo cuore. Lui è stato qui. È stato dentro la cittadella. E questi… questi mensch deficienti sono ugualmente riusciti a entrare.» Parlava in Patryn, sicché poteva e-sprimersi liberamente. «E voi, che cosa avete?»

Sang-drax si guardava intorno sulle spine, roteando l’unico occhio da tutte le parti: le mura, le guglie, le finestre, le ombre per terra, il cielo ver-dazzurro di sopra.

«Mi chiedevo dove fosse andato il drago, milord.»

«E che cosa importa? Lo wyrm se n’è andato. Accontentatevi.»

Sang-drax continuava a guardarsi intorno. I mensch ora fissavano lui, evidentemente domandandosi che cosa non andasse nella sua persona.

«Smettetela!» gli ordinò Xar, ancor più irritato. «Avete l’aria di un bab-beo! Si direbbe quasi che abbiate paura.»

«Solo per voi e per la vostra incolumità, milord» replicò il drago-serpente con un sorriso untuoso un po’ forzato. L’occhio rosso, cessando le sue esplorazioni, si fermò sui mensch.

Una delle due donne si fece avanti. «Benvenuti, signori» li salutò in umano. «Vi ringrazio per avere ricacciato i titani. Una magia meravigliosa!»

Guardò Xar con reverenza.

Il Lord del Nexus, compiaciuto, si sentì meglio. «Sono io che vi ringrazio, signora, di avermi permesso di entrare nella vostra città. E ringrazio anche voi, signore» s’inchinò allo gnomo «per il vostro aiuto alla porta.»

Sogguardò il pendente. Era capace di riconoscere un sigillo sartan, quando ne vedeva uno.

Lo gnomo, però, rannuvolato, lo coprì con la mano e lo cacciò sotto la pesante armatura di cuoio.

«Vi chiedo scusa, signore» riprese umilmente Xar. «Non intendevo essere sgarbato. Ma stavo ammirando il vostro amuleto. Potrei domandarvi dove l’avete acquistato?»

«Potete.»

Xar aspettò.

Lo gnomo rimase zitto.

La donna, gettandogli un’occhiata incollerita, scivolò davanti a lui avvicinandosi a Xar.

«Non fate caso a Drugar, signore. È uno gnomo» disse, come se questo spiegasse tutto. «Io sono Rega Fogliarossa. E questa è Aleatha Quindiniar.» Fece un cenno all’altra donna, un’elfa.

Molto graziosa, per essere una mensch. Xar s’inchinò. «Incantato, signora.»

L’elfa rispose con un freddo, languido cenno. «Vi ha mandato qui quell’Haplo?»

Sang-drax si affrettò a intervenire. «Questo è Xar. Lord Xar. Quell’Haplo deve obbedienza a milord. Milord ha mandato Haplo. Non viceversa.»

Rega parve impressionata. La ruga sulla fronte di Drugar si scavò. Aleatha soffocò uno sbadiglio, come se tutto questo fosse indicibilmente noioso. Rega continuò le presentazioni, dato che altri due uomini, un elfo e un umano, erano appena arrivati di gran carriera.

«Questo è mio fratello, Roland, e questo è… il mio… ehm… amico, Paithan Quindiniar.



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