Nel nome dell'uomo (1971) by Gianni Montanari

autore:Gianni Montanari
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza
editore: La Tribuna
pubblicato: 1971-12-01T00:00:00+00:00

Ora, sussurrò il demone rosso, ora ti divorerò. E spalancò la bocca smisurata che ingrandì intorno a lui in un foro nero nello spazio esalando vapori pestilenziali. Ora ti divorerò, ripeté l’oscena voce e si trovò immersa nella ributtante oscurità dell’umida bocca. Un tonfo sordo e continuo, uno sfrigolio di denti stretti tutt’intorno.

Luca si dibatté urlando, cercando di spezzare il legame con quella creatura che sapeva esistere solo dentro di lui, e si risvegliò in un bagno di sudore. Era solo nel largo letto.

Per un attimo la coscienza di quel fatto galleggiò isolata alla periferia della sua mente, ancora tinta del cupo colore della creatura, poi esplose con una violenza che lo atterrì. Anna non c’era.

Immobile fra le lenzuola, sudato e con la testa girata verso il posto vuoto, inseguì ancora l’ingenua speranza di un errore. Ma l’impronta al suo fianco non si colmò e Luca chiuse gli occhi.

L’oscurità lo riportò per un istante nella profonda mostruosità della bocca alla quale era appena sfuggito e si affrettò a scuotere il capo per scacciare la sensazione. Gli sembrava di sentire ancora la puzza bestiale di quel respiro.

Cercò qualcosa con lo sguardo che lo aiutasse a fuggire da quel ricordo e vide, appoggiato contro il muro in un angolo della stanza, il fucile. Quella vista fu sufficiente a scuoterlo, ma non mise in fuga il pensiero che dal risveglio continuava a pulsargli tormentoso.

Anna non c’era.

Non era stato un suo sogno quello che lo aveva terrorizzato. Eppure Luca vi aveva riconosciuto la stessa presenza incorporea, la stessa aura maligna. Dei passi alla porta.

Anna si affacciò, vestita di un maglione col collo alto.

“Ah, sei sveglio. Mi era sembrato di sentirti gridare.”

Lui annuì in silenzio, scivolando con le gambe giù dal letto.

“Un altro incubo?”

Luca la fissò negli occhi restando seduto. A quella distanza la luce non gli permetteva di vederli bene, ma notò un leggero sorriso sulle sue labbra.

“Sì.”

Anna guardò la finestra.

“Stanotte non hai sentito nessun rumore?” Gli chiese.

Rosso, Luca si strofinò le mani.

“No.”

Lei alzò le spalle.

“Devo essermi sbagliata. Mi era sembrato di vedere qualcuno alla finestra.”

Luca ricordò l’ombra.

“Com’era?”

“Non ricordo. Sembrava un uomo, ma è scomparso subito.”

“Un uomo?”

Anna sospirò.

“Ti ho già detto che devo essermi sbagliata. Forse era un animale.”

“Un animale con la forma di uomo?”

“Smettila. Non sono in vena di scherzare.”

“Ma io non sto scherzando.”

“Smettila lo stesso. Mi dai sui nervi.”

A Luca parve di sentire una nota acuta nella sua voce.

“Hai avuto paura?”

Lei esitò.

“No.”

“E allora perché hai preso il fucile?”

Anna scrollò le spalle.

“Così.”

Ci fu un attimo di silenzio. Luca fissò la finestra ma non riuscì a concentrarsi sul nuovo problema.

“Poco fa, quando ho urlato… tu non dormivi.”

Lei annuì.

“Ero in cucina. Perché?”

“L’incubo. Non potevi essere tu.”

“E allora? Sei capace di sognare anche da solo.”

“No. Quell’incubo era tuo.”

Anna si incupì.

“Come può essere? Hai appena detto…”

“Lo so quello che ho detto. Ma il sogno era tuo, ne sono certo.”

Luca si alzò avvicinandosi al fucile. Lo raccolse e controllò il serbatoio.

“Ma com’è possibile? Io non dormivo.”

Allora lui annuì.

“E’ proprio questo che mi fa paura.”

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