Nel paese della Gattafata by Orsola Nemi

Nel paese della Gattafata by Orsola Nemi

autore:Orsola Nemi [Nemi, Orsola]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, Fantasy & Magic
ISBN: 9788845293207
Google: HGWUswEACAAJ
Amazon: 8845293203
editore: Bompiani
pubblicato: 2017-01-15T21:20:07+00:00


PARTE TERZA

1.

Dopo aver viaggiato tutta la notte, la mattina arrivammo nel regno di re Gaspare. È un paese di molte case ornate di fiori alle finestre e banderuole sui tetti. In mezzo alla piazza si vede il palazzo del re, costruito di mattoni rossi. È il paese dell’Autunno: tutte le strade odorano di mele e di castagne arrosto.

Re Gaspare ci venne incontro sulla soglia del palazzo, era alto e bello, con occhi sereni; indossava una casacca grigia di velluto e stivaloni di cuoio alti fin sopra il ginocchio. Abbracciò Baldassarre e ci introdusse nella sua casa per farci riposare e rifocillare. La Stella Cometa si posò sul palazzo del re e si spense. Smorta come una stella di carta dormiva e si riposava.

Nella stanza ove entrammo dominava la regina Fruttuosa, madre di re Gaspare. La vecchia regina preparava marmellate e frutta candita.

Sul focolare della sala splendevano varie pentole di rame da cui uscivano nuvole di fumo odoroso di mele, pere, prugne, arance.

Dalla porta aperta sull’orto entravano e uscivano le serve della regina portando canestre di frutta; la regina in piedi vicino al focolare, col mestolo in mano e gli occhiali sul naso, rimestava e assaggiava le marmellate, dava ordini alle sue donne. Quello spettacolo mi colmò di ammirazione, perché la marmellata mi piace. Fruttuosa era una regina che parlava poco ma aveva sempre cura di tutti nella sua casa. Subito ci fece apparecchiare nell’orto una buona colazione e ci servì con le sue mani una marmellata di susine Regina Claudia.

Mentre ascoltava i nostri complimenti sorrideva e ci guardava di sopra gli occhiali. In quel momento, udimmo nella piazza un suono allegro di tromba. Era Marfisa che arrivava. In piedi nella sua carrozza guidava da sé tre coppie di robusti soriani, mentre un altro soriano la precedeva suonando la tromba. Seduta nella carrozza vicino alla gattafata vidi Vanetta. Corsi, anzi volai da lei e ci abbracciammo molto commossi. Fruttuosa venne di persona incontro a Marfisa, poi ritornammo tutti nell’orto per finire di far colazione.

Dopo che ci fummo rifocillati Gaspare si alzò e disse: “Amici miei, ogni settimana, a quest’ora, in questo giorno io ricevo le lagnanze del mio popolo e rendo giustizia secondo il mio dovere. Se mi volete seguire, potrete aiutarmi coi vostri consigli e mi farete molto piacere.”

Ciascuno di noi si inchinò alla regina Fruttuosa, e dopo averla ringraziata della buona colazione che ci aveva offerto, la lasciò alle sue occupazioni e seguì re Gaspare sulla piazza del paese. Il re sedette su una poltrona sotto un castagno, e noi sul tappeto dove posava la poltrona. Marfisa a destra, Baldassarre a sinistra, Vanetta e io ai piedi del re.

Si presentarono un fornaio e un carbonaio. L’uno era bianco di farina da capo a piedi, l’altro nero come un tizzone.

“Santo re,” disse il carbonaio, “mi trovavo a bere un bicchiere di vino insieme con lui,” e accennò il suo compagno, “quando questo tipo bianco come una patata, e così coperto di farina che non si riesce a vedere se ha



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