Nemico senza volto by Charlotte Link

Nemico senza volto by Charlotte Link

autore:Charlotte Link [Link, Charlotte]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:39:35+00:00


1

Erano ore che fissava il telefono, dapprima trepidante, poi sempre più rancoroso, stanco, frustrato. Alla fine smise di credere che Virginia avrebbe richiamato. Da quando Jack lo aveva informato della telefonata, si era seduto nel salotto dei Walker, sperando di avere ancora una possibilità di parlare con Virginia. Era quasi sicuro che non avrebbe mai chiamato alla villa, perché il suo unico desiderio probabilmente era stato di stabilire un contatto con Kim e, finché la sapeva ospite in casa loro, si sarebbe rivolta lì. Anche se immaginava che ci avrebbe trovato pure il marito.

Aveva provato a chiamarla più volte sul cellulare, ma gli aveva sempre risposto la segreteria. Era evidente che teneva spento l’apparecchio, il che significava che non voleva proprio parlare con il marito.

Ma perché? si chiese lui per l’ennesima volta. Perché? Che cosa è successo? Che cosa ho fatto?

Era colpa del ricevimento? L’aveva incalzata a tal punto, l’aveva messa così alle strette da obbligarla a cercare la fuga come unica via d’uscita?

Aveva acconsentito con molta, molta riluttanza, questo era vero, ma lui non aveva avuto l’impressione che fosse in preda al panico. Si era addirittura comperata un abito nuovo. Era chiaramente un segnale positivo. Le donne che acquistano un abito nuovo per un’occasione mondana non si trovano in uno stato di totale prostrazione interiore. Almeno era ciò che aveva pensato lui. Ora si rendeva conto che non c’erano elementi concreti a comprovare una simile affermazione.

Aveva telefonato a Londra, agli organizzatori della serata e si era scusato dicendo che la moglie era gravemente ammalata e lui non potava lasciarla sola. La reazione dell’interlocutore fu molto cortese, ma Frederic ebbe l’impressione che non credessero alla sua scusa. Poi telefonò a un compagno di partito, per avvisarlo parimenti della sua assenza. Si attenne alla versione della moglie malata, ma anche in questo caso ebbe la sensazione che le sue parole fossero accolte con un certo scetticismo.

«Certo che è un vero peccato che sia capitato proprio stasera!» aveva replicato l’amico.

«Lo so. Ma non me la sono andata a cercare.»

«Sicuramente sai ciò che fai.»

Sì, pensò, adesso so quello che faccio. E ne accetto le conseguenze.

Le lancette dell’orologio nell’angolo segnavano mezzanotte e mezzo. Era seduto in quella stanza ormai da quindici ore. Grace si era offerta di portargli la cena, ma lui non aveva fame, aveva accettato con gratitudine soltanto un caffè. Il telefono aveva suonato due volte nel corso della giornata e una volta la sera, e lui aveva risposto subito, ma una volta si trattava di un artigiano che confermava l’appuntamento preso, un’altra di un’amica di Grace e la terza di un amico di Jack che voleva fissare il solito appuntamento domenicale al bar. Per il resto, silenzio.

Virginia non avrebbe più telefonato.

Sarebbe dovuto andare a Londra a prendere parte al ricevimento, invece di starsene seduto lì stupidamente, ad aspettare qualcosa che non sarebbe mai arrivato. Sotto la stanchezza cominciò a serpeggiare in lui una rabbia crescente. Che ingiustizia! Quali che fossero state le sue ragioni - per quanto forse alla fine fossero comprensibili - non era giusto scappare via così.



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