Non chiamateli eroi. Falcone, Borsellino e altre storie di lotta alle mafie by Nicola Gratteri & Antonio Nicaso

Non chiamateli eroi. Falcone, Borsellino e altre storie di lotta alle mafie by Nicola Gratteri & Antonio Nicaso

autore:Nicola Gratteri & Antonio Nicaso [Gratteri, Nicola & Nicaso, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-05-04T12:00:00+00:00


Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, insieme agli uomini feriti, sono trasportati d’urgenza all’ospedale Civico di Palermo, dove si raduna una folla di persone sconvolte dalla notizia dell’attentato. Nonostante gli sforzi disperati dei medici, la moglie muore e a Giovanni tocca la stessa sorte, tra le braccia di un amico e collega arrivato di corsa in ospedale: Paolo Borsellino.

Ci vogliono anni di indagini per fare giustizia. Ma lo Stato non può accettare che un criminale faccia esplodere impunemente bombe assassine per le strade del Paese, neppure se si tratta di Salvatore Riina detto “Totò”, il capo indiscusso della Cupola. Per l’attentatuni – così i mafiosi chiamano la strage di Capaci – vengono condannati una ventina di criminali. E tra loro c’è anche lui, finalmente. Salvatore Riina viene catturato il 15 gennaio 1993, meno di un anno dopo la morte di Falcone. Il boss dei boss si nascondeva da più di due decenni, protetto da tante persone che con il loro silenzio l’avevano reso “invisibile”, tuttavia i carabinieri riescono a trovare il suo nascondiglio grazie ad alcuni pentiti. Per diversi giorni le forze dell’ordine, senza farsi notare, pattugliano il quartiere. Nascosti in un furgone con su scritto GAMBINO IMPIANTI, riconoscono la moglie del boss, Ninetta Bagarella, mentre esce da una villetta vicino al centro di Palermo, circondata da un giardino curato, con due file di palme che crescono all’ingresso. E poi un giorno vedono uscire dal cancello una macchina. Sul sedile posteriore c’è lui, “la bestia”, Salvatore Riina, il boss che voleva gettare giù con la dinamite la Torre di Pisa e ammazzare cento carabinieri allo stadio Olimpico di Roma.

“LE NOSTRE IDEE CAMMINERANNO SULLE GAMBE DEGLI ALTRI”



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