Non ti lascero' morire by Bluebook

autore:Bluebook
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: ebook gratuito - vietata la vendita
pubblicato: 2008-12-10T23:32:11+00:00

12.

E venne il giorno di lasciare il C.T.O.

A festeggiare insieme con noi c’erano tutti i medici e i paramedici di turno, ed anche qualche paziente. C’era il dottor Simonetti, che mentre mangiava la torta guardava felice Gianluca. Mi avvicinai a lui e con riconoscenza gli dissi: «Può ritenersi soddisfatto del suo lavoro! Abbiamo ancora una strada lunga davanti a noi, ma adesso è in discesa..., vero, dottore?»

Lui sorridendo annuì.

Il giorno dopo ricordo che mentre sistemavo la roba per trasferirci a Villa Santa Lucia avevo tanta paura di lasciare quella cameretta dove eravamo riusciti tutti e tre a trovare un po’ di pace.

Quando arrivammo in clinica, invece, ci accorgemmo subito che era un ambiente familiare, dove ci saremmo trovati senz’altro bene. Ad accoglierci trovammo Elena Villa, che fece di tutto per renderci più piacevole l’impatto con il nuovo ambiente.

Restò con noi per molto tempo spiegandoci come funzionavano le cose e facendoci vedere tutti i vari ambienti dove nostro figlio avrebbe lavorato. Ci fece vedere la palestra, la piscina, il centro ricerche ed i giardini, che io trovai ancora più belli della prima volta, perché finalmente mi ci trovavo insieme con mio figlio. Ancora una volta Dio aveva esaudito i miei desideri, e guardando quel verde ebbi la sensazione che stessimo percorrendo una strada già predestinata dal volere divino, anche senza capirlo.

Elena parlò con noi fino a tardi. Scoprimmo che anche lei aveva avuto un figlio in coma per quattro mesi, ma non lo aveva superato. Lei aveva fondato l’associazione

«Arco 92» proprio in ricordo del figlio, per aiutare tutte quelle persone che dopo una storia del genere affrontano la difficile strada della riabilitazione.

Il giorno dopo, la dottoressa Formisano e il dottor Santilli visitarono accuratamente Gianluca, e il giorno successivo diedero il via alla fisioterapia.

Dopo pochi giorni che eravamo a Villa Santa Lucia, Gianluca si svegliò una mattina e mi disse: «Mamma, che strano sogno ho fatto! Eravamo a casa io e te, ed ero tanto felice, quando all’improvviso mi sono girato e ho visto un drago con gli occhi di fuoco che voleva prendermi. In un primo momento mi sono stretto ancora di più a te, sicuro della tua protezione, ma poi, anche se avevo tanta paura e mi piangeva il cuore di lasciarti, ho deciso che dovevo andare avanti da solo. Scappavo ma mi accorgevo che il drago guadagnava terreno e dopo un po’ non riuscivo più a muovermi, allora ho pensato che non potevo più scappare ma dovevo affrontarlo, così mi sono girato all’improvviso ed ho lottato contro di lui con tutta la forza che avevo, gli ho accecato gli occhi ed ho vinto».

Gli spiegai che il drago era il dolore che avrebbe dovuto affrontare per poter guarire, e purtroppo doveva farlo da solo, perché a volte il troppo amore delle

mamme per i figli potrebbe essere di ostacolo.

Guardandomi fisso negli occhi disse: «Mamma, quando mi parli, tu sorridi sempre, ma io vedo lo stesso che soffri! Non sarà per molto, ve lo prometto, a te e papà»; poi stringendo forte

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