Oblomov by Ivan Goncarov

Oblomov by Ivan Goncarov

autore:Ivan Goncarov
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2012-09-25T19:05:19+00:00


XI

A casa, Oblomov trovò un’altra lettera di Stolz, che cominciava e finiva con le parole «Adesso o mai più!», era piena di rimproveri per la sua inerzia e conteneva l’invito a partire seduta stante per la Svizzera, dove Stolz stava per recarsi, e proseguire di lì in Italia.

In caso contrario, ingiungeva a Oblomov di recarsi in campagna per badare ai suoi affari, scuotere l’apatia dei contadini, controllare le sue entrate e dare di persona le direttive per la costruzione della nuova casa.

«Ricorda il nostro patto: adesso o mai più», concludeva.

«Adesso, adesso, adesso!», disse Oblomov. «Andrej non sa che oggi la mia vita è piena di poesia! Secondo lui, che altro dovrei fare? Dove e come potrei essere più occupato che in questo momento? Ci provi un po’ lui! Stando a quello che si dice, i francesi e gli inglesi non fanno altro che lavorare, non pensano ad altro che al lavoro! Vanno in giro per tutta l’Europa, alcuni addirittura per l’Asia e l’Africa, senza uno scopo: per riempire un album di disegni o scavare antiche rovine, o per sparare ai leoni o catturare serpenti. Oppure, se ne rimangono a casa loro in un nobile ozio: fanno colazione e pranzano in compagnia di amici e di dame: ecco tutto il loro da fare! Ma io cosa sono, un forzato? Lui Andrej, basta che dica “lavora, lavora come un bue!”. A che scopo? Ho da mangiare, ho da vestirmi. È vero che Ol’ga mi ha chiesto di nuovo se ho intenzione di partire per Oblomovka...».

Cominciò a scrivere e a riflettere con grande impegno, andò perfino da un architetto. Ben presto sul suo piccolo scrittoio fu pronto il progetto della casa, del giardino; una spaziosa dimora familiare, con due balconi.

«Qui, io, qui Ol’ga, qui la camera da letto, quella dei bambini...», pensava sorridendo. «Ma i contadini, i contadini...», e il sorriso gli moriva sulle labbra, la preoccupazione gli faceva corrugare la fronte. «Il vicino mi scrive, entra nei particolari, parla di arature, del raccolto... Che seccatura! Mi propone anche di concorrere alla spesa per la costruzione di una strada che porti fino al grosso borgo commerciale, con un ponte sul fiume, vuole tremila rubli, e mi dice di ipotecare Oblomovka... E che ne so, io, se è una spesa necessaria?... Porterà dei vantaggi? Non mi imbroglierà?... Mettiamo che sia una persona onesta: Stolz lo conosce, già, ma anche lui potrebbe essere imbrogliato, e addio soldi miei! Tremila rubli... è una bella somma! Dove vado a prenderli? No... no... ho paura! Mi scrive ancora che bisognerebbe trasferire dei contadini sulle terre incolte, e attende una risposta al più presto... sempre al più presto! Si impegna a spedire tutti i documenti per l’ipoteca della proprietà. Basta che gli mandi una procura autenticata dal tribunale... ecco quello che vuole! Ma io non so neanche dov’è il tribunale e quando si apre».

Oblomov aveva lasciato passare senza rispondere due settimane, durante le quali Ol’ga gli aveva domandato se era stato al tribunale. Stolz gli aveva scritto da poco e aveva scritto anche a Ol’ga chiedendo cosa facesse l’amico.



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