Omer Mike - 2018 - Nella mente del serial killer by Omer Mike

autore:Omer Mike [Omer Mike]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, General
ISBN: 9788822730145
Google: MKmHDwAAQBAJ
editore: Newton Compton
pubblicato: 2019-05-08T22:00:00+00:00

Capitolo 41

«Pronto, parlo con il signor Gray?». La voce all’altro capo del telefono suonava calma e composta. Era la voce di un uomo la cui intera vita era ordinata: non c’erano imprevisti, tutto andava secondo programma e ogni evento godeva di una spiegazione plausibile.

«Sì», rispose Tatum. Lui e Zoe erano appena entrati nell’ufficio della task force quando gli era squillato il telefono. Si sedette alla scrivania, attaccando il portatile alla presa e tenendo il cellulare tra l’orecchio e la spalla.

«Sono il dottor Nassar».

Gli ci volle un istante per collegare il nome a un viso. «Lei è il dottore di Marvin… di mio nonno».

«Esatto, suo nonno è passato a trovarmi».

«Oh, bene». Tatum ne rimase piacevolmente sorpreso.

«No, signor Gray, non va bene per niente».

Il panico strinse il petto di Tatum in una morsa. «È malato?»

«Non posso discutere della condizione clinica di suo nonno, ma ritengo che sia necessario il suo intervento per il bene della salute di suo nonno. A quanto pare non sta assumendo le pillole che gli ho prescritto».

«Dice che gli fanno grattare la gola».

«E invece ha deciso di prendere le pillole prescrittegli da qualcun altro…».

Tatum accese il portatile. «Non gli sono state prescritte. Gliele ha date una cocainomane ottantaduenne».

«Ha la pressione estremamente alta». La voce del medico stava mutando, si stava facendo meno calma. «Non può andare avanti così».

«Glielo ha detto?»

«Gli ho detto che finirà per avere un ictus o un infarto».

«Quindi adesso sta prendendo le pillole giuste?», chiese Tatum appoggiandosi allo schienale della sedia e cercando di rallentare il battito furioso del proprio cuore.

«No, nient’affatto».

«E per quale diavolo di motivo?»

«Perché», continuò il dottor Nassar con voce sempre meno controllata, «sostiene che gli provochino prurito alla gola».

Tatum strinse i denti, rimangiandosi la sequela di parolacce che minacciava di sgorgargli di bocca. «Ci parlerò io».

«Se si rifiuta di prendere i farmaci morirà».

«Mio nonno non ha realmente paura di morire, ma cercherò di fargli entrare un po’ di sale in zucca».

«In tutta onestà, signore, suo nonno è uno dei pazienti più frustranti con cui abbia avuto il piacere di…».

«La ringrazio per avermi informato. Ci parlerò».

Riattaccò e contò fino a dieci. Poi contò fino a trentanove, dal momento che contare fino a dieci non era servito a niente. Doveva trovare il modo di farsi capire, ma Marvin era un bastardo cocciuto. Tatum sospettò che suo nonno ritenesse di avere la pellaccia più dura di quella degli altri e che cose come la pressione sanguigna riguardassero solo i più deboli.

Cercò su Google i sintomi dell’ipertensione, li lesse e alla fine riuscì a trovare la chiave per combattere la testardaggine di Marvin. Lo chiamò.

«Tatum». Marvin aveva la voce assonnata. «Lo sai che ore sono?»

«Le nove del mattino passate. Che ci fai ancora a letto?»

«È stata una nottata movimentata», rispose sbadigliando Marvin.

«Il tuo dottore mi ha appena chiamato».

«È proprio un brav’uomo, Tatum, ma troppo severo. Se la prende per un nonnulla».

«È preoccupato per la tua pressione sanguigna».

«Gli ho detto che mi sento bene, Tatum. Davvero, non sono mai stato meglio. E ho smesso di prendere

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