Omicidio all'Acquario di Genova by Marco Di Tillo

Omicidio all'Acquario di Genova by Marco Di Tillo

autore:Marco Di Tillo [Tillo, Marco Di]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fratelli Frilli Editori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


17

Lunedì 5 marzo. Questura di Genova. Ore 8 del mattino

Nella sala grande del secondo piano, oltre al Pm Anselmi, erano presenti il direttore Gianni Galletti, il suo assistente Bosi, Silvio Berti, gli agenti Colonna e Sernicoli, il viceispettore Bruno Tozzi e, infine, Marina Massi, della sala archivio.

«Sempre il culo più bello di tutta Genova», sussurrò Tozzi dentro le orecchie del Colonna

«Perché non hai mai visto il mio», gli rispose quello con uno smagliante sorriso.

Berti aveva già ampiamente illustrato la situazione dal punto di vista dei rilevamenti effettuati dalla sua squadra, quando Canepa entrò nella stanza e tutti si girarono a guardarlo.

«Scusate il ritardo», disse l’ispettore.

«Titolo del secondo film di Massimo Troisi», ribatté Galletti.

«Era meglio il primo», aggiunse l’altro.

«Usi ancora l’orologio comprato al carrettino o sei già passato agli Swatch in plastica?», esclamò Galletti, fissando Canepa con lo stesso sguardo spietato con cui Clint Eastwood guardava i suoi nemici in Per un pugno di dollari.

«Che cosa stava dicendo dottor Berti?», domandò invece la Anselmi, facendo finta di niente.

«Per il momento risultati zero», rispose il capo della scientifica «E per zero intendo zero impronte, zero immagini, zero di tutto. Abbiamo trovato soltanto tracce di sangue della vittima, quanto ne volete, sia nell’area dove gli istruttori addestrano agli animali, sia nella stanzetta di controllo adiacente, soprattutto nell’armadio.»

«Quindi l’ha ucciso nella stanzetta?» Galletti si era improvvisamente ravvivato.

«Probabilmente sì», confermò Berti «Anche perché è l’unico posto dove abbiamo trovato qualcosa.»

«Il sangue apparteneva alla vittima con certezza?»

«Sicuramente. Invece dell’assassino non abbiamo nulla di concreto, neanche uno straccio di pelo.»

«Notizie dal San Martino?», domandò Galletti, indicando con un dito in direzione di Canepa.

«Il tennista, prima di partire ieri per il suo entusiasmante doppio del pomeriggio, ha fatto in tempo a riferire che il defunto, oltre ad essere stato pugnalato al cuore, era anche imbottito di una sostanza che si chiama DMT.»

«Che roba è?»

«Dimetiltriptammina.»

«Falla breve, per cortesia», sbottò il dirigente.

«È una sorta di droga allucinogena, peggio dell’LSD, così almeno sostiene il Tedeschi.»

«Quindi l’uomo delle pulizie si drogava?», esclamò la Massi.

«Magari qualcuno l’ha drogato», rispose a bassa voce Sernicoli «Prima di accoltellarlo.»

«Cioè, gli ha messo la droga in qualche bibita o cosa?», la Massi cercava risposte esaustive.

«Nessuno l’ha drogato. Lo faceva da solo», disse Canepa, guardando il proprio orologio che, in effetti, aveva proprio comprato su un carrettino, come diceva Galletti. Nella fattispecie in uno dei banchi di robivecchi del mercatino di via Cairoli.

«E come lo sai?», chiese la Anselmi.

«Lo so», sibilò seccamente l’ispettore.

«Tutto qui, non ci dici di più?» Il PM si stava proprio innervosendo.

«È presto per il momento. Dobbiamo fare altri interrogatori e poi io devo andare in un posto a fare una cosa.»

«E dove deve andare il nostro Sherlock Holmes, sentiamo un po’?», domandò ancora Galletti, mentre tutti si giravano a fissare l’ispettore che però non aveva alcuna intenzione di rispondere alla domanda.



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