Opere vol. 15: Psicoanalisi e psicologia analitica (Italian Edition) by Carl Gustav Jung

Opere vol. 15: Psicoanalisi e psicologia analitica (Italian Edition) by Carl Gustav Jung

autore:Carl Gustav Jung [Jung, Carl Gustav]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2015-12-30T05:00:00+00:00


Figura 14

Dipinto di un paziente

Quest’uomo cerca dunque di raccogliere tutti gli elementi disparati nel recipiente, che egli raffigura come il ricettacolo di tutto il suo essere, di tutte le unità incompatibili. Tentare di raccoglierle nel suo Io sarebbe un’impresa impossibile, poiché l’Io si può identificare soltanto di volta in volta a una sola parte. Attraverso il simbolo del recipiente egli lascia intendere che sta cercando di trovare un contenitore per il tutto e con quella sorta di sfera o globo al centro, prefigura un centro del non-Io.

Il dipinto rappresenta dunque un tentativo di autoguarigione. Fa emergere tutti gli elementi disparati e inoltre cerca di amalgamarli nel recipiente. L’idea di un ricettacolo è archetipica. La troviamo ovunque, ed è uno dei motivi centrali delle immagini inconsce. È l’idea del cerchio magico, tracciato intorno a qualcosa per evitare che fugga o per proteggerlo da influenze ostili. Come incantesimo apotropaico il cerchio magico è un’idea arcaica che troviamo tuttora nel folclore. Per esempio, se qualcuno scava alla ricerca di un tesoro, traccia un cerchio magico intorno al campo per tener lontano il diavolo. Quando si fondava una città e si tracciava il perimetro delle mura si compiva una processione o una cavalcata intorno al solco allo scopo di proteggere lo spazio racchiuso all’interno. In alcuni villaggi svizzeri si osserva tuttora questa usanza: il pastore e il consiglio cittadino cavalcano intorno ai campi quando viene impartita la benedizione del raccolto. Al centro del cerchio o recinto magico sorge il tempio. Uno degli esempi più meravigliosi in proposito è costituito dal tempio di Borobudur a Giava. Il percorso rituale, la circumambulatio, segue lo schema di una spirale; i pellegrini sfilano davanti alla rappresentazione di tutte le diverse vite del Buddha finché sulla sommità incontrano il Buddha invisibile, che ancora deve venire. La pianta di Borobudur è formata da un cerchio inserito in un quadrato, una struttura che in sanscrito è chiamata mandala. Questa parola significa cerchio, in particolare cerchio magico. In Oriente il mandala non compare solo nella pianta dei templi, ma è anche raffigurato al loro interno, oppure viene tracciato in occasione di certe feste religiose. Al centro del mandala viene collocato il dio, o il simbolo dell’energia divina, la folgore adamantina. Intorno a questo cerchio interno si estende un chiostro con quattro cancelli, poi un giardino, intorno al quale un altro cerchio funge da perimetro esterno.

Il simbolo del mandala ha esattamente questo significato di luogo sacro, temenos, che protegge il centro. Inoltre è uno dei motivi simbolici più importanti nell’oggettivazione delle immagini inconsce,104 ha lo scopo di evitare che il centro della personalità venga attirato verso l’esterno e influenzato dall’esterno.

Il dipinto presentato dal dottor Bennet rappresenta un tentativo di tracciare un mandala. Ha un centro, racchiude tutti gli elementi psichici del paziente, e il vaso costituisce in un certo senso il cerchio magico, il temenos, intorno al quale egli deve compiere la circumambulatio. Anche se l’attenzione è rivolta al centro, tutti gli elementi disparati sono tenuti in considerazione e si tenta di unificarli. La circumambulatio deve essere sempre compiuta in senso orario, altrimenti sarebbe molto infausta.



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