Panico nello Zaire by Gérard De Villiers

Panico nello Zaire by Gérard De Villiers

autore:Gérard De Villiers [Villiers, Gérard De]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-03-28T13:25:29+00:00


10

Il belga si voltò di scatto, e si trovò faccia a faccia con il freddo sorriso di Malko. Braaskart guardò SAS con aria smarrita, tutti i suoi menti parvero sfasciarsi di colpo. Rimase con la forchetta in aria, la bocca aperta come un pesce fuor d’acqua.

— Buon appetito — disse Malko.

Gli occhi di SAS assomigliavano a due perle di ghiaccio con un noc-ciolo d’oro. Con uno sforzo sovrumano, il belga riuscì a riprendersi. E

persino a sorridere. Una specie di smorfia contorta. Aveva il collo madido di sudore.

— Ah, siete tornato? — domandò.

Non era la frase da dire. Malko si chinò in avanti, sfilò dalla cintura la Smith & Wesson e la nascose sotto il tovagliolo di Josse con la canna puntata contro la pancia del belga, ma invisibile dalla sala.

— Non grazie a voi — disse. — Hanno tentato di ammazzarmi. Perciò, gustate la vostra crema caramellata. Perché sarà l’ultima.

Josse Braaskart si guardò attorno con aria sconvolta. Il padrone era invisibile. Due servi negri stuzzicavano una cameriera dai seni enormi.

Non c’era da sperare alcun aiuto da quella parte. Lentamente, il pollice di Malko tirò indietro il cane dell’automatica. Si udì un piccolo scatto secco che fece trasalire Josse. Il belga fissò la canna che sporgeva dal tovagliolo e con un tono di comico rimprovero disse:

— Ehi! Aspettate! Io non c’entro per niente! Che cos’è questa storia?

— Ora mi seguirete docilmente — disse Malko. — Non voglio fare porcherie qui. Chiedete il conto!

87

Visto che Braaskart non si muoveva, si voltò e chiamò:

— Cittadino, il mio amico vuole pagare!

Proprio in quel momento il padrone spuntò dalla scala. Un piccolo còrso gioviale, tarchiato e teppista. Amante delle prostitute e dei colpi duri.

Salutò Malko con un cenno del capo e assunse un’aria desolata di fronte alla crema caramellata intatta.

— Be’, non era buona?

— Non ha più fame — disse Malko. — Vuole andare a letto.

— Ma non ve ne andrete così — protestò il padrone. — Vi offro un cognac, eh, Josse?

Josse lanciò uno sguardo pietoso a Malko, che gli rivolse un sorriso ironico.

— Capita a proposito il vostro cognac. Per me, una vodka.

— Ne abbiamo solo di americana — avvertì il padrone.

— Allora un cognac anche per me — disse Malko.

Il còrso andò al bar e tornò portando una bottiglia di cognac. Riempì tre bicchieri, ritappò la bottiglia, e alzò il suo bicchiere.

— A questo fottuto paese dove ci si diverte tanto! — Bevvero tutti e tre lentamente, assaporandolo. Poi il padrone fece schioccare la lingua e aggiunse: — Eh! E’ molto diverso dall’alcol di manioca. Allora, non dici nulla, Josse? Non ti è piaciuto?

Il belga si sforzò di sorridere. Stringeva a due mani il bicchiere come se stesse per sfuggirgli.

— Sì, sì, ma ho male al fegato…

Finirono di bere, chiacchierando del più e del meno. Josse guardava la bottiglia di cognac come se fosse una reliquia. Aveva la fronte madida di sudore. L’eroe era decisamente a terra. Malko gli batté sulla mano.

— Forza, andiamo.

— Dove? — domandò il padrone, subito interessato. — Alla Cocorita Blu?

— Sì, alla Cocorita Blu — disse prontamente Josse.



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