Pioggia by L.A. Witt

autore:L.A. Witt [Witt, L.A.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Dreamspinner Press
pubblicato: 2014-11-18T00:00:00+00:00

Capitolo 7

“CHE CAZZO è, un monsone?” Dustin fissava torvo la pioggia scrosciante.

“È la stagione.” Gli lanciai un’occhiata prima di tornare a concentrarmi sulla strada. “E poi, pensavo ti piacesse la pioggia.” Ci scambiammo un altro sguardo, e stavolta gli vidi un sorriso sulle labbra.

“Okay, lo ammetto, mi piace fare certa roba sotto la pioggia,” disse. “Ma un conto è sbaciucchiarsi sotto l’acqua. Un conto è guidarci.”

“Non stai facendo né uno né l’altro.” Tamburellai i pollici sul volante per sottolineare il concetto. “Ma se vuoi che accosti, possiamo sempre…”

“Non mi tentare.”

“Ma se ti tentassi, pensi che ci stare…”

“Probabilmente sì.”

Frenai, ed entrambi scoppiammo a ridere.

“Spiritoso,” disse.

Dopo qualche minuto misi la freccia e svoltai nella stradina laterale che ci avrebbe condotti a casa di sua sorella. Dustin fece un sospiro nervoso e rimase a guardare fuori dal finestrino per quella che mi parve un’eternità. Da quel poco che riuscivo a scorgere, il suo viso sembrava senza espressione, ma aveva la guancia che pulsava per la tensione.

Gli misi una mano sul ginocchio. La prese nella sua senza fiatare e mi strofinò le dita col pollice. Aveva il palmo umido di sudore.

“Stai bene?” gli chiesi.

“Me la caverò.” Si fermò, dopodiché si concesse una risatina. “Mi sa che avevo solo bisogno dell’infallibile cura antistress del Dottor Stewart.”

“Sempre lieto di essere d’aiuto.” Lo guardai e gli feci l’occhiolino. Dustin mi rivolse un sorriso, anche se non troppo convinto. Rovesciai la mano e intrecciai le dita con le sue.

La strada curvava verso destra e davanti a noi, oltre la nebbiolina grigia, apparve la casa di Kari. Dustin si muoveva nervosamente, le dita che tremavano sotto le mie, come se riuscisse a malapena a trattenersi dal tamburellarle. Gli strinsi la mano con dolcezza e le sentii fermarsi. Per qualche secondo.

M’infilai nel vialetto e fermai l’auto accanto al SUV nero che conoscevo bene. Non c’erano altre macchine, quindi immaginai che Tristan non fosse ancora arrivato. Niente di strano: eravamo un po’ in anticipo.

Parcheggiare voleva dire spostare la mano da quella di Dustin, così per il momento tenni il piede sul freno.

“Sei pronto?” chiesi.

Dustin chiuse gli occhi e sospirò. Poi si voltò verso di me. “Non proprio.”

Gli rivolsi quello che speravo essere un sorriso rassicurante e gli strinsi la mano. “Andrà tutto bene. E se per caso dovesse andare male, basta che lo dici e ce ne andiamo subito.”

L’angolo della sua bocca s’incurvò appena. A quel punto, probabilmente era la cosa più simile a un sorriso che riuscisse a fare. “Grazie.”

Mi sporsi sul cambio e lui m’incontrò a metà strada. Fu un bacio gentile. Non c’era assolutamente niente di sessuale, niente che non fosse affetto e tenerezza. Un silenzioso Sono qui.

Solo dopo che si fu staccato gli lasciai andare la mano e misi l’auto in folle. Spensi il motore, dopodiché uscimmo dalla macchina e corremmo per il vialetto per sfuggire alla pioggia.

Dustin suonò il campanello e aspettammo.

Ci aprì la porta Daryl, il marito di Kari, con Brett, l’ultimo arrivato, addormentato sulla spalla. Entrammo, chiudemmo la porta e ci sfilammo scarpe e giacche cercando di fare meno rumore possibile.

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