Poesie complete by Giorgio Bassani

autore:Giorgio Bassani
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2021-10-01T07:47:02+00:00

Te lucis ante [p. 80]

Rispetto al volumetto del ’47 (TLA) sono soppressi nella raccolta di IRS82, nella sezione che ne recupera il nome (accompagnata nell’indice dalle date 1947-’51), i titoli delle partizioni interne, mentre appaiono con la titolazione originaria le liriche della parte prima (un tempo Due preludi a “Te lucis ante”), e sono ridotti a 16 (come già in AV63), dai 22 che erano (indicati con l’incipit), i testi della parte centrale più ampia, seguiti da una raccolta consistente di liriche che provengono da Dal profondo di AL.

Per uno studio sull’elaborazione dei testi di TLA a partire da un manoscritto rinvenuto nell’archivio privato di Niccolò Gallo depositato presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, e per la segnalazione delle varianti più significative, cfr. Cupo 2018.

Su come Te lucis ante, al momento dell’uscita, nel ’47, avesse turbato gli amici di generazione (“il tuo libretto di versi […] mi tormenta e mi angustia”), eloquente una lettera di Francesco Arcangeli, del 29 gennaio 1949, che racconta di averne letto e riletto ripetutamente il dattiloscritto a partire dall’estate del 1947 quando sui fogli di velina “passava la sabbia del Tirreno”, e di condividere in gran parte il giudizio di Forti 1948 (per la riproduzione fotografica della prima c. della lettera, cfr. Officina 2016, p. 71).

Nonostante l’adesione immediata di cui si diceva, la partecipazione di TLA al premio “Libera stampa” di Lugano non ebbe fortuna. Amareggiata fu la reazione di Bassani (se ne trovano tracce ancora un anno dopo in una lettera a Dessí del 10 febbraio 1949 nella quale sconsiglia l’amico dal partecipare ai premi letterari: GBGD, p. 84), risentito soprattutto nei confronti di Gianfranco Contini (ma per la storia di quella partecipazione e per il carteggio con Sereni, erroneamente ritenuto componente della giuria, cfr. Raboni 2019). Benché fosse consapevole di avere con alcuni giurati (Ferrata, Contini) solo relazioni di cortesia, Bassani si era trovato, nell’attesa del risultato, in preda a contraddittori stati d’animo (“Da qualche giorno vivo di rosee speranze. Eppure, se ragiono con freddezza, debbo concludere che non posso vincere, che anzi non vincerò certamente. Nella commissione non c’è nessuno che possa dirsi mio amico”: lettera a Sereni del 2 febbraio 1948, Raboni 2019, p. 184). L’incidente lasciò ombre (ingiustificate) anche nei rapporti iniziali con Sereni: lo prova una lettera di Sereni a Bertolucci del 12 aprile 1951 nella quale il ‘giudice’ di Casa Mondadori, preoccupato dall’eventualità della non accettazione del manoscritto di AL, dà un giudizio privato sul libro decisamente favorevole (“Il libro [Un’altra libertà] ha una sua consistenza precisa […]. Letto tutto insieme, Bassani ci guadagna – e parecchio – rispetto all’impressione che può fare una singola poesia sua pubblicata in rivista”: Raboni 2019, p. 195). Glielo riconoscerà Bassani qualche tempo dopo, con una cartolina postale del 2 agosto 1951, dopo avere letto il parere editoriale di Sereni ad hoc inviatogli, mentre ancora attende la risposta dell’editore in merito alla pubblicazione (per le difficili trattative e i ritardi della stampa per subentrate incertezze di Mondadori e i tentativi per trovare un prefatore, cfr.

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