Politiche del design by Unknown

Politiche del design by Unknown

autore:Unknown
La lingua: eng
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2021-11-22T14:48:32+00:00


Fig. 2. Maurizio Cattelan, La Nona Ora, 1999.

10. Una benvenuta cacofonia

La nostra mostra intende ascoltare quelle grida di disperazione, orrore, indignazione e stupore contemporaneamente, tutte assieme, senza dover scegliere troppo in fretta, senza dover schierarci dalla solita nostra parte e brandire martelli per portare a termine qualche opera di decostruzione. Di qui quella cacofonia che pervade la mostra e che costituisce l’equivalente sonoro degli iconoclash (cfr. Laborde 2002).

Vogliamo recuperare attraverso il suono e l’immagine questo senso di ambiguità: chi sta gridando contro la distruzione e perché? Sono i lamenti degli eterni filistei scioccati dall’essere stati costretti a uscire dalle loro abitudini limitate e noiose? Ascolta, ascolta! Sono questi rumori i lamenti degli umili devoti cui è stata tolta la loro unica fonte di virtù e di attaccamento, le sacre reliquie, i preziosi feticci, i fragili fatticci che li facevano sentire vivi e che ora sono stati distrutti da qualche riformista arrogante e cieco (Nathan 1994)? Ascolta, ascolta! Il suono piagnucoloso prodotto dagli iconoclasti del gruppo A, che si rendono conto che non potranno mai raggiungere la sottile violenza dei profetici componenti del gruppo B, e che si sono limitati a svuotare il mondo rendendolo persino più spaventoso. Ascolta ancora, dietro alla cacofonia dei lamenti, la beffarda risata dei blasfemi del gruppo E, così sani, così felici di scatenare il loro giovanile baccano. E dietro a tutto ciò, che cos’è quest’altro suono? Ascolta, ascolta! La tromba profetica che ci risveglia dal nostro mortale attaccamento per resuscitare un nuovo senso di bellezza, verità e santità delle immagini. Ma da dove proviene questo rumore orribile e sguaiato? Ascolta, ascolta! Che fracasso, l’assordante suono dei provocatori alla ricerca di una nuova preda.

Sì, un pandemonio: il nostro mondo di tutti i giorni.

11. Dietro alle guerre di immagini: cascate di immagini

Come si può essere sicuri che la nostra non sia un’altra mostra iconoclastica? Che non stiamo chiedendo ai visitatori e ai lettori di scendere in un altro girone nell’inferno della critica dissacrante? Che non stiamo aggiungendo un altro strato di ironia, impilando scetticismo su scetticismo e continuando il lavoro di disillusione con persino maggior disillusione? Ancora una volta, tra i curatori, nessuno è d’accordo e comunque l’accordo tra le opinioni non è tra i nostri obiettivi, dal momento che stiamo cercando iconoclash e non certezza. E tuttavia la nostra mostra pretende di essere in grado di andare oltre le guerre d’immagini. Questa piccola preposizione – oltre – è sempre una richiesta forte. Come si può esserne all’altezza?

Presentando immagini, oggetti, statue, segni e documenti in modo da mostrare le relazioni che essi intrattengono con altre immagini, oggetti, statue, segni e documenti. In altre parole stiamo cercando di affermare che noi apparteniamo al gruppo B contro gli A, i C, i D e persino contro gli E. Sì, noi sosteniamo di fare parte del gruppo profetico! Le immagini sicuramente contano; esse non sono dei meri segni, e non perché sono il prototipo di qualcosa che si trova lontano, sopra o sotto; esse sono importanti perché ci permettono di



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